4 Novembre – Giornata dell’UNITÁ NAZIONALE , Giornata della MEMORIA. Difendiamo la PACE ogni giorno.
Care lettrici e cari lettori, il 4 Novembre in Italia è la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, una giornata celebrativa istituita nel 1919 per commemorare la fine della Prima Guerra Mondiale 1915-1918.
Data:
3 Novembre 2023
Care lettrici e cari lettori,
il 4 Novembre in Italia è la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, una giornata celebrativa istituita nel 1919 per commemorare la fine della Prima Guerra Mondiale 1915-1918.
Il 4 novembre 1918, 105 anni fa, infatti, è stato il giorno in cui è entrato in vigore l’armistizio di Villa Giusti tra l’Italia e l’Impero austro-ungarico, determinando così la fine della guerra per l’Italia.
La guerra, la sofferenza di quel tempo è qualcosa che ci cattura, che ci cattura tutti in un modo molto forte.
Ci sono delle sofferenze personali e ci sono delle sofferenze più — diciamo così — pubbliche, più sociali o addirittura mondiali: sofferenze che investono tutti; ci sono oggi e ci sono state ieri e nel passato.
Ma ogni giorno che ci svegliamo e dobbiamo iniziare una nuova giornata, questa sofferenza presente, sia nel suo risvolto personale, sia nel suo risvolto comunitario, è qualcosa che è lì; è lì e ci guarda, è lì e ci condiziona, perché se uno soffre, soffre; se uno è preoccupato, è preoccupato; se la nostra vita è condizionata da qualcosa che ci fa soffrire o da qualcuno che ci fa soffrire, la nostra mente è tutta catturata lì, è tutta ferma lì.
Crediamo che tutti noi percepiamo come la nostra vita sia veramente appesa a un filo; come il nostro presente è appeso a un filo. E, spesse volte, questo filo non dipende neanche da noi.
Noi percepiamo che nella nostra vita non possiamo decidere tutto, c’è qualcun altro che decide per noi.
È difficile, no?
Pensiamo a quando nella storia ci sono state le grandi guerre, pensiamo alla Prima guerra mondiale, della quale oggi ne facciamo memoria. Tutti quegli uomini, da ambo le parti, che hanno combattuto… Non è che ciascuno di loro abbia deciso di andare in guerra, anzi, sicuramente tantissimi di loro non volevano andare in guerra, non volevano la guerra, non volevano vivere il momento della guerra.
Altri hanno deciso questo, e magari poi la guerra, di fatto, non l’hanno vissuta in prima persona, magari sono stati dietro un tavolo mentre si consumavano queste vite — ripetiamo, da ambo le parti — dentro a delle situazioni veramente gravissime, con una quantità di morti; e ciò vuol dire una quantità di famiglie spezzate, vedove, orfani, genitori che perdono i loro figli.
Pensiamo al dramma… E loro cosa potevano fare, poveretti… Non potevano dire: “Eh no, non l’ho scelta io, non l’ho voluta io, non ho deciso io di dichiarare guerra “a” o di dovermi difendere “da”.
E quindi, magari, ragazzi giovani che non avevano mai imbracciato un’arma, mai avuto a che fare con le armi, a ritrovarsi al fronte, in trincea, a dover combattere qualcosa che magari non conoscevano neanche fino in fondo.
Cerchiamo di capire quanto è difficile in quei momenti — soprattutto in quei momenti — conservare la speranza di una fine che non potevano prevedere…
Abbiamo visto una foto veramente molto bella, che adesso vi descrivo.
Non so dirvi che guerra sia, se sia la Prima guerra mondiale, da questa foto non riusciamo a capire molto bene; forse non siamo esperti, magari un esperto di queste cose capirebbe subito, da come uno è vestito, in che guerra siamo. Vabbè, ma a noi non interessa, è una guerra, punto. Le guerre sono sempre uguali, cambiano le epoche, ma non cambia il contenuto: c’è chi attacca, c’è chi si difende, ci sono persone che muoiono.
E, in questa foto, si vedono tre giovani — forse la conoscerete già, è proprio una foto bellissima — tre giovani in ginocchio che ricevono l’Eucarestia dal cappellano che è seduto su una roccia.
Due si vedono molto bene, uno in particolare si vede proprio mentre riceve l’Eucarestia sulla lingua, uno l’ha già ricevuta — e si capisce perché ha la testa chinata e si vede un po’ meno bene — e l’altro sta per riceverla.
E poi dietro ci sono dei soldati che son lì che parlottano tra di loro.
Ci sono tanti altri soldati che gli danno le spalle, tutti guardano verso le colline e loro tre, invece, sono lì in ginocchio che guardano verso l’Eucarestia.
Dobbiamo dire che anche vederli vestiti, non sappiamo, esprimono — incredibile in un contesto così di morte — un decoro…
Sono proprio belli da vedere, sono proprio belli, sono ordinati, sono diversi, si vede che sono diversi. E si capisce che gli è stata fatta una foto senza che loro se ne accorgessero. Ecco, loro lì hanno fatto la differenza, sicuramente.
E noi, ogni volta che pregiamo ascoltando o recitando belle preghiere, guardiamo questa immagine e diciamo: lì in mezzo alla paura, non sapere se arriveremo a sera, potrebbe essere l’ultimo giorno, l’ultima mattina, non sapere quando finirà… perché il punto è questo: non si sa neanche quando finirà.
Se uno potesse dire: “Mah, so con certezza che finirà tra un anno; vabbè, è lunga, però so che dura un anno, non di più”.
Qui invece non si sa quanto dura, potrebbe durare fino a stasera, fino a domani, per quattro anni, non si sa.
Ecco, la loro speranza è lì davanti a loro e loro sono in ginocchio, che sembrano fuori dal tempo, veramente proiettati in questa gloria futura.
Tutti guardano verso la collina, verso le cime rocciose, tutti sono lì, c’è chi li guarda un po’ stranito, c’è chi gli dà le spalle, a cui non interessa niente.
Tra l’altro, se voi guardate la foto, vedete che tutti hanno l’elmetto in testa — beh, certo, se ti arriva una bomba è importante avere l’elmetto in testa — loro tre, compreso il cappellano, no.
Tutti gli altri hanno l’elmetto in testa, loro no, sono senza elmetto, in ginocchio e, se guardate bene, ci sono gli zaini dietro i loro piedi e l’elmetto è per terra, giù per terra, dove ci sono le loro ginocchia.
Ecco, se noi pensiamo alla speranza, pensiamo a questa foto, pensiamo a questi ragazzi.
Ci piacerebbe tantissimo conoscere i loro nomi: chissà come si chiamano, chissà chi sono, chissà dove vivevano, chissà le loro famiglie, chissà se sono riusciti a salvarsi, chissà se invece sono morti in trincea, chissà se tutti e tre si sono salvati, chissà…
Però certo è un’esperienza, questa, che ti parla, che anche a noi, che siamo qui ben lontano da loro, ben lontano da questo contesto terribile, a guardarli, continua a dire qualcosa.
Ecco allora l’augurio e la preghiera che facciamo per noi, per voi, è quella, in mezzo alle sofferenze presenti, di saper dare le spalle alla collina da dove arriva la guerra, saper dare le spalle alla sofferenza, inginocchiarci e cercare l’unica speranza in colui che ce la può dare: Gesù Eucaristia.
Questo è il nostro modo di ricordare i nostri Fratelli morti e che ricordiamo in questo 4 novembre 2023 a 105 anni dalla firma dell’Armistizio.
PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI – 5 NOVEMBRE 2023
BAREGGIA – Parrocchia SS. Giuseppe e Antonio Maria Zaccaria
Ore 8.00: S. Messa.
Al termine corteo con il Corpo Musicale S. Cecilia di Bareggia 1902 e deposizione Corona al Monumento dei Caduti.
LISSONE
Ore 10.00: Ritrovo presso la sede A.N.C.R. di Via Fiume, 1.
Ore 10.10: Inizio del corteo con il Corpo Bandistico S. Cecilia per Piazza IV Novembre; Cerimonia Alzabandiera.
Ore 10.20: Piazza Libertà omaggio alla Targa Sandro Pertini, alla Stele De Capitani da Vimercate, e al Monumento “Dalla Libertà fiorisce nuova Vita”; Proseguimento per Piazza De Gasperi – omaggio al Monumento all’Arma dei Carabinieri.
Ore 10.40: Celebrazione della S. Messa presso la Chiesa della Madonna Addolorata in Piazza Maria Bambina in suffragio dei Caduti di tutte le guerre.
Ore 11.30: Cimitero – omaggio ai Monumenti del Milite Ignoto e dei Caduti di tutte le guerre.
Interventi delle Autorità Civili e Militari.
TUTTI I CITTADINI SONO INVITATI A PARTECIPARE ALLA CERIMONIA A RICORDO DELLE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE E IN OMAGGIO AI NOSTRI CADUTI.
Inoltre siamo invitati ad esporre LA BANDIERA TRICOLORE sui propri balconi o sul davanzale delle finestre.
Dona, o SIGNORE,
l’eterno riposo ai caduti
e alle vittime di tutte le guerre.
L’intercessione di MARIA,
Madre di Dio e dell’umanità,
e la protezione di
San GIOVANNI XXIII Papa,
accompagnino tutti i popoli
della terra alla libertà,
alla Giustizia ed alla Pace.
COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
SS. Giuseppe e Antonio Maria Zaccaria
LISSONE
Ultimo aggiornamento
6 Novembre 2023, 22:28