3 Gennaio 2025 – Memoria di Alessandro Galimberti con Video sulla sua vita. In Prepositurale – Ore 18.00: S. Messa celebrata dall’Arc. Mons. F. PACE.
Ho cercato di portare il mio sguardo al di là del mondo, ho cercato di vedere come la vita nasce nelle profondità della terra, ho camminato.
Data:
2 Gennaio 2025
Ho cercato di portare il mio sguardo al di là del mondo, ho cercato di vedere come la vita nasce nelle profondità della terra, ho camminato. E poi mi sono seduto ai piedi della croce: per cercare me stesso nel silenzio. Ho trovato la gioia.
Video su Alessandro
Care lettrici e cari lettori, Buon Anno!
Iniziamo questo nuovo anno con la Memoria di ALESSANDRO GALIMBERTI.
Chi era Alessandro?
Alessandro Galimberti, nato a Lissone il 10 agosto 1980, figlio maggiore di Luigi e Maria Grazia Colombo. Bambino e adolescente vivace e curioso, entrò a far parte dei chierichetti della nostra Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo. Frequentò le scuole superiori presso le Opere Salesiane di Sesto San Giovanni, diplomandosi nel liceo scientifico a indirizzo tecnologico. Dopo essersi lungamente interrogato circa la propria vocazione, entrò nel Seminario Arcivescovile di Milano nel settembre 1999.
In quello stesso periodo, improvvisamente, si manifestarono in lui i sintomi di una grave malattia autoimmune del sangue, simile a una leucopenia. Il suo desiderio di diventare Sacerdote, tuttavia, lo spingeva a impegnarsi il più possibile nello studio e nel tirocinio pastorale.
Morì nella notte tra il 2 e il 3 gennaio 2004, nell’Ospedale Policlinico di Milano, due anni prima dell’ordinazione sacerdotale, fissata per il 10 giugno 2006.
Alla sua memoria l’amico regista Filippo Grilli, della GPG Film, ha dedicato, cinque anni dopo la sua scomparsa, il bellissimo film: “ Voglio essere profumo“.
Tutto qui? Il mistero di una persona è tutta dentro questi dati? Tutto è racchiuso tra l’inizio e la fine di una vita. Ma dentro questi nudi dati, c’è tutto l’Amore ricevuto, che ci ha mantenuto in vita, e tutto l’Amore di cui siamo stati capaci che ha dato significato a questa vita.
Questa volta è davvero tutto qui! Perché dentro il mistero di ogni vita, sempre sospesa tra l’Amore ricevuto e l’Amore donato, si manifesta il mistero di Dio.
La fede cristiana ci aiuta a scoprire, giorno dopo giorno, che quell’Amore, in cui siamo immersi, è Dio!
Quell’Amore è nient’altro che l’effusione dell’Amore del Padre, il Figlio, che prende forma umana, in Gesù, e in Lui accetta persino la morte ingiusta per mostrare il modo proprio di amare di Dio, lo Spirito Santo: dare la vita perché altri abbiano la vita in comunione con Lui in modo perfetto e definitivo.
Alessandro aveva intuito questo mistero.
Anche quando la sua strada si è fatta in salita, da una malattia tremenda e inesorabile, non ha perso il suo sorriso. Si è incontrato con il segno del cristiano: la CROCE. E su quella CROCE ha scoperto la sua vocazione nella vocazione.
Ha immaginato di essere prete per la sua gente.
Ha pensato di essere ministro di Dio, nella Chiesa per il mondo.
Ma il Signore ha pensato per lui una missione ancor più diretta e universale: quella di essere associato alla passione di Cristo, suo Figlio, per la salvezza di tutto il mondo.
Nella sua malattia, nelle lacrime versate, nei dolori sofferti, nei silenzi assordanti delle camere di ospedale, nell’altalena continua di una guarigione sperata e disperata, è stato reso ministro di Cristo, del suo Amore invincibile e forte come la morte. Un prete è pur sempre un ministro della Chiesa, il suo ministero è ecclesiale, anche se rivolto ai confini infiniti del mondo.
Ma un credente che soffre, un UOMO SULLA CROCE, diventa direttamente, senza più mediazioni, ministro di Cristo e del suo Amore crocifisso.
Recentemente sul sito della Chiesa di Milano hanno pubblicato questa fotografia a noi molto cara.
Si tratta dell’Altare sul Mont Rous in Valle D’ Aosta di fronte al Cervino. Su questo Altare nel Cielo, costruito da noi lissonesi nel corso di un campeggio, nell’anniversario dell’erezione di una croce monumentale voluta dallo zio Don Ambrogio, da Don Bortolo Uberti, dall’Amministrazione del Comune di Lissone e dai giovani dell’ Oratorio.
Ecco pensiamo che la frase scritta su questo Altare riassuma alla perfezione il cammino percorso dal semplice testimone che, forse noi, preferiamo in assoluto:
Ho cercato di portare il mio sguardo al di là del mondo, ho cercato di vedere come la vita nasce nelle profondità della terra, ho camminato. E poi mi sono seduto ai piedi della croce: per cercare me stesso nel silenzio. Ho trovato la gioia.
Oggi lo immaginiamo così: con il fisico agile e giovane, con lo sguardo limpido, con il sorriso di chi ha raggiunto la meta, il sogno di una vita.
Perché poter stare con Cristo, in modo definitivo e perfetto, nel regno dei cieli, è il sogno implicito di ogni vita.
Riuscire a scoprirlo e viverlo è sommo gaudio!
Angelo Santambrogio
Siamo tutti invitati!
Ultimo aggiornamento
3 Gennaio 2025, 13:45