LA CALDA COPERTA DELLA TRADIZIONE

Correva l’anno centenario di una fondazione e altrettanti anni erano trascorsi dalla posa della prima pietra di un edificio importante…

Quante storie, quanta vita racchiusa in tre misere cifre: uno, zero, zero. Quante abi

Correva l’anno centenario di una fondazione e altrettanti anni erano trascorsi dalla posa della prima pietra di un edificio importante…

Quante storie, quanta vita racchiusa in tre misere cifre: uno, zero, zero. Quante abitudini, relazioni, opere e convincimenti. Vale la pena ricordare tutto questo, celebrarlo, non dimenticarlo? Cos’è la tradizione?

Un tempo era forse l’unico modo di trasmettere la conoscenza, pensiamo alle scuole artistiche, ma anche alle botteghe artigiane. Per tradizione i primogeniti ereditavano le proprietà paterne o i matrimoni erano combinati e questo consolidava il potere. Per tradizione, ancora oggi, si fanno scongiuri e gesti particolari e questa è superstizione. Anche la fede e l’adesione al cattolicesimo sono una tradizione, ribadita dal Papa come radice della cultura europea, ma vissuta ormai da molti come vuota consuetudine.

Mi domando a questo punto cosa di negativo e cosa di positivo esista nel mantenersi fedeli alle tradizioni?

Sono esse un caldo, sicuro rifugio in un mondo disorientato, che non offre modelli duraturi ? E’ piacevole sapere che esiste una casa paterna alla quale si può ritornare, che lì si ritrovano i sapori, gli odori, ma soprattutto i ritmi più vivibili di una società meno congestionata. Sogno? O sto parlando di agriturismo?

Sarebbe meglio dimenticarle le tradizioni, in un mondo multi etnico, multiculturale. La difesa della propria identità è solo fonte di odio reciproco? Meglio prendere un po’ qua e un po’ là aspetti di tante culture che ci sembrano più nuovi e validi, solo perché più esotici?

Non voglio parlare di tradizione “quella vera” fatta di “valori”, che se poi chiedi quali sono nessuno li sa elencare. E non voglio nemmeno dare fiato alle trombe del lamento, “che i valori di una volta non ci sono più e…”

Qualcuno ha scritto che senza radici non si possono nemmeno avere ali. A tutti, forse piacerebbe volare alto e lontano, ma questo non è possibile se guardando giù non riconosci la tua casa.

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