BUON NATALE: A CIASCUNO IL SUO

Rubo l’idea per gli auguri di quest’anno a Mons. Tonino Bello che in una lettera alla sua diocesi, nel 1991, scriveva: “Lo sbaglio è qui: nella pretesa di voler trovare delle formule standard, buone per tutti.

Rubo l’idea per gli auguri di quest’anno a Mons. Tonino Bello che in una lettera alla sua diocesi, nel 1991, scriveva: “Lo sbaglio è qui: nella pretesa di voler trovare delle formule standard, buone per tutti. Invece a Natale non si possono porgere auguri indistinti.”

Certo è comodo usare i bigliettini prestampati con dorati BUON NATALE e FELICE ANNO NUOVO. E’ facilissimo oggi inviare delle mail a tutti gli amici: ogni sito offre christmas card e non c’è nemmeno bisogno di digitare indirizzo per indirizzo, basta un click e partono gli auguri per tutti i nomi incasellati nella personale rubrica…
Invece, a Natale non si dovrebbero porgere auguri indistinti.
E’ diverso augurare Buon Natale a te che ti mischi alla folla del centro commerciale, affannato e infastidito, forse, perché devi trovare un regalo per tutti e non sai cosa scegliere, e c’è troppa gente, e le file alla casse ti sembrano inesauribili, ed esattamente non ti ricordi nemmeno più perché a Natale si facciano regali. Che dire Buon Natale a te che vieni dall’Ucraina e fai la badante presso una simpatica vecchietta, ma il cuore l’hai lasciato là, nella tua terra, dove i tuoi bambini nemmeno riescono ad immaginare l’opulenza di un supermercato occidentale.

Dire Buon Natale a te che ascolti Radio Maria tutte le notti, perché i dolori della vecchiaia non ti lasciano in pace, e ti figuri un Gesù Bambino paffuto e roseo come nelle immaginette di un tempo, perché a pensarlo come i piccoli mendicanti marocchini proprio non ci riesci, e preghi Lui e sua Madre con infiniti Rosari, è molto diverso che dire Buon Natale a te che sei missionario e vedi ogni giorno morire di fame bambini come Gesù, e per te Cristo è l’annuncio di una giustizia che gli uomini ancora non hanno saputo realizzare.

Buon Natale a te che lavori anche 20 ore al giorno perché la carriera lo richiede e per te Natale è solo la scocciatura del pranzo con i vecchi di famiglia, e hai già pensato che poi ti godrai il Capodanno con gli amici in montagna o in una delle fredde capitali europee che vengono offerte dalle agenzie di viaggi, e ti riempi la vita di appuntamenti e cose da fare per non domandarti mai: “che senso ha?”. E’ diverso che dire Buon Natale a te giovane volontario della Croce Verde che rubi le ore al sonno o al divertimento perché hai capito che la gioia sta nel farsi prossimo.

O a te Catechista dei ragazzi dell’iniziazione che a loro dedichi energie, amore, preghiere e tutto l’entusiasmo che riesci a mantenere vivo nonostante la difficoltà, a volte, di farti ascoltare. O a te pensionato “ancora in gamba” che hai cura della chiesa come se fosse la tua casa e ti preoccupi che il presepe, quest’anno, susciti meraviglia e nostalgia.

Dire Buon Natale a te, malato senza speranza, che cerchi negli sguardi di chi ti sta vicino le risposte ai tuoi perché e trovi il coraggio di affrontare questo ultimo atto della tua vita solo pensando a quell’Uomo che ha patito un altro Calvario, è diverso che dire Buon Natale a te neonato tenero e dolcissimo, promessa di futuro per un mondo che crede di non averne più.

Buon Natale, comunque, a tutti, perché quel Bambino che nasce in una grotta non aspetta da noi un riconoscimento ufficiale: ci ama e basta!

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