QUALE NOTIZIA?

Siamo circondati da notizie.

Il nostro mondo occidentale tecnologico e consumistico sembra aver fatto della comunicazione un fine da

Siamo circondati da notizie.

Il nostro mondo occidentale tecnologico e consumistico sembra aver fatto della comunicazione un fine da perseguire a tutti i costi. A costo della verità, del rispetto umano, della prudenza: basta conquistare notizie, e che siano attraenti per i destinatari. Così, ci troviamo ossessionati dalle notizie.

Sembra impossibile vivere senza conoscere le quotazioni di borsa dell’ultimo minuto. Non possiamo muoverci se non conosciamo le previsioni del tempo e le condizioni della viabilità. E come “fare salotto” se non siamo aggiornati sugli ultimi gossip riguardanti i personaggi televisivi o politici? Abbiamo persino imparato che cos’è una breaking news e, dopo l’11 settembre, sappiamo anche che non porta niente di buono.

Se le guardate bene, le notizie, sembrano avere una vitalità propria: corrono velocemente e si ingrandiscono passando di bocca in bocca, da un quotidiano all’altro, da uno giornalista televisivo al suo concorrente. Le notizie sono sempre state condizionate dal modo in cui vengono poste. Se prima erano solo i titoli a più colonne a determinarne l’importanza oggi ci sono anche le immagini, montate per ottenere un certo effetto sul telespettatore o il tono concitato dell’inviato speciale di turno. Non voglio dire con questo che tutto sia finzione, ma, e credo siate d’accordo con me, è molto difficile scoprire dove sia l’obiettività.

Se parliamo dell’effetto emotivo che una notizia ha su chi ne viene a conoscenza potremmo fare un lunghissimo campionario di sentimenti. Non prendiamo in considerazione le notizie sulle guerre in varie parti del mondo, perché lì c’è chi dice “Poverini” e chi “Hanno cercato tutto loro”, salvo poi ergersi a giudice esperto sulle ragioni degli uni e degli altri. Ma anche di fronte alle notizie di cronaca nera o di calamità naturali c’è chi pensa che sia meglio chiudersi in casa perché l’aereo è destinato a cadere e chi, invece, fa il calcolo statistico delle probabilità e “se è già capitato non toccherà a me!”.

E le notizie politiche?

Tra battibecchi, smentite e interpretazioni di parte, siamo all’umorismo degno della saga di Don Camillo e Peppone, con la differenza che là il rispetto tra le parti non veniva mai meno.

Mi domando: in tutto questo frastuono come potrà farsi ascoltare la Buona Notizia del Vangelo?

Non con altre parole, ma con la vita   .

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