BIG MAC

Io prendo un Big Mac!…….. – A me Mac menù con Coca Cola gigante……- Ordina anche Mac chicken con le salse, mi raccomando!! –

E’ da osservare la disinvoltura con cui giovani, ragazzi e anche bambini piccoli, scelg

Io prendo un Big Mac!…….. – A me Mac menù con Coca Cola gigante……- Ordina anche Mac chicken con le salse, mi raccomando!! –

E’ da osservare la disinvoltura con cui giovani, ragazzi e anche bambini piccoli, scelgono le vivande al bancone del Fast Food. Sono capaci di trovare differenze di sapore tra panino e panino, e, con estrema gioia, ne trangugerebbero più d’uno al giorno, se a loro venisse permesso.

Forse tra i “valori” cancellati dalla nostra società post moderna c’è anche quello della buona cucina e del piacere di sedersi a tavola. Perché non abbiamo più tempo: la famiglia si ritrova insieme solo per il pasto serale. Perché non abbiamo più spazi: invitare gli amici a casa diventa un problema se vivi in un monolocale. Perché l’ossessione dell’efficienza fisica ci costringe a diete perenni… o infiniti sensi di colpa.

Così la ricerca del vino dal sapore fruttato, del formaggio di fossa che viene da Pienza o del culatello stagionato in Emilia, rimane privilegio di pochi crapuloni intenditori disposti a frequentare le belle enoteche d’Italia senza farsi intimorire dall’aumento del colesterolo e dei trigliceridi. Peccato!

Veramente un peccato che alcuni non si esaltino più per i riti della cucina e della tavola, per il sapore del ragù messo in pentola fin dal primo mattino o per il minestrone fatto con le verdure dell’orto. Peccato che al posto dei commensali, a tavola, ci sia la televisione che inibisce la capacità di conversazione. E invece di lasciarsi andare alle discussioni sul senso della vita, magari aiutati da un bicchiere di vino… ci si limiti a commentare quel che si vede, dando vita alla fiera dell’ovvio.

Peccato!

Perché il banchetto è proprio quella similitudine scelta da Gesù per farci intravedere il Regno dei Cieli. Un banchetto di quelli sontuosi, i cui partecipanti devono indossare l’abito nuziale e allora assaporeranno la dolcezza del vino nuovo, messo negli otri, per amore, da un Dio attento alle necessità degli uomini.

Resto nella convinzione che per troppo tempo la nostra religione è stata presentata come sacrificio e penitenza, ma con questo non vorrei eccedere nell’esaltazione della gioia conviviale. Anche se l’Eucaristia fonte e culmine della nostra fede è il Sacro Convivio, per eccellenza. In altri tempi si riteneva degno di una vita spiritualmente ricca anche il “sacro digiuno”, e penso a Francesco d’Assisi, per non dire dei Padri del deserto o degli asceti alla Charles de Foucault. Oggi, al cristiano si suggerisce il digiuno non puramente fisico, la capacità di distacco dall’invadenza dei media, la scelta di solidarietà contraria alle logiche economiche, ecc.

Un digiuno che non sia penitenza fine a se stessa, ma sazietà di Dio.

Perché come recita un canone di Taizè: “Nada te turbe, nada te spante: solo Dios basta. Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, chi ha Dio non manca di nulla.

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Dedicato a Cristiana Mariani, redattrice ed infaticabile collaboratrice di molte iniziative dell’ Unità Pastorale di Lissone.
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