ACCRESCI LA NOSTRA FEDE

Questa domenica, la nostra fede è il tema dominante. La Chiesa ci propone di riflettere sul fatto che tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo e che la nostra fede è la vittoria che ha sconfitto il mondo.

“Tutte le cose sono in tuo potere, Signore, e

Questa domenica, la nostra fede è il tema dominante. La Chiesa ci propone di riflettere sul fatto che tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo e che la nostra fede è la vittoria che ha sconfitto il mondo.

“Tutte le cose sono in tuo potere, Signore, e nessuno può resistere al tuo volere. Tu hai fatto tutte le cose, il cielo e la terra e tutte le meraviglie che vi sono racchiuse; tu sei il Signore di tutto l’universo” (Antifona d’ingresso, Est 4,17b).

IL VANGELO DELLA SPERANZA
XXVII del tempo ordinario (anno C) – 3 ottobre 2004

Se aveste fede!

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».
Vangelo Lc 17, 5-10

Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.

Chi di voi se ha un servo ad arare gli dirà quando rientra dal campo: Vieni e mettiti a tavola?  – Non gli dirà: Preparami da mangiare e servimi?  – Così anche voi quando avete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili.  Sràdicati e piàntati nel mare!

Eppure io posso dire di aver visto il mare riempirsi di alberi. Molte volte ho visto l’impossibile: erano intere piantagioni di testimoni, di uomini di buona volontà, radicati in luoghi impossibili, in mari infuriati, a dissodare il presente e il futuro, non con risultati spettacolari, ma con il prodigio quotidiano di un amore che non si arrende; che anche se non ferma la violenza, non si arrende; che anche se rapine e contese continuano, non si piega. Con fede da granellino di senapa; non quella sicura e spavalda, ma quella che nella sua fragilità ha ancora più bisogno di Lui, che nella sua piccolezza ha ancora più fiducia in Lui.

Se aveste fede quanto un granellino di senapa…

Come posso sapere se ho fede?  Gesù risponde indicando qual è la misura della fede: essere servo. «Quando avete fatto tutto, dite: siamo servi inutili». Inutili noi, ma mai è inutile il servizio. Perché la forza è nella Parola, non nel predicatore, la forza è nel seme non nel seminatore; perché chi gonfia di vita i granelli fino a che ne sgorgano alberi è il Signore.

Inutile”, in origine significa: “senza pretese, senza esigenze, senza rivendicazioni”, siamo servi che di nulla hanno bisogno se non d’essere se stessi, la loro gloria è di aver servito. Appello alla più grande semplificazione: una vita di servizio non è inutile, è senza pretese. Non ha bisogno d’applausi, di consenso, di gratificazioni, di successo.

Neppure di un Dio che “mi metta a tavola e passi a servirmi“. È il servizio che è vero, non la ricompensa. Vera fede è amare Dio più delle consolazioni di Dio. Io ho solo bisogno di essere me stesso, lavorando per le cose che amo, con la mia fragile umanità, con la gioia e la fatica del credere, con i miei granelli di fede, con la mia parte di doni e la mia porzione di fuoco, con un cuore che di tanto in tanto si accende per Dio, e spero che accada sempre più spesso. Non ho bisogno di nient’altro. Anzi, di un’altra cosa ho bisogno: di grandi campi da arare, e della spettacolare pazienza di Dio che tanto ha seminato in me, per tirar su quasi niente.Io servo perché anche Dio è il servitore della vita.

E servire mi fa sua immagine e somiglianza.  Io servo perché Gesù è il Servo sofferente.  E ha scelto la sofferenza, il mezzo più scandalosamente inutile, per guarire le nostre piaghe.

Io servo perché questo è il solo modo per creare una storia che umanizza, che libera, che pianta alberi di vita nel deserto e nel mare.Io servo, non per premio o per castigo, come i bambini; non per sanzioni o per ricompense, come i paurosi, ma per necessità vitale. Mi bastano grandi campi, un granellino di fede, e gli occhi di un profeta per vedere il sogno di Dio come una goccia di luce impigliata nel cuore vivo di tutte le cose.

Venite, applaudiamo al Signore, 
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. 
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, 
a lui acclamiamo con canti di gioia. 

Venite, prostràti adoriamo, 
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. 
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, 
il gregge che egli conduce. 

Ascoltate oggi la sua voce: «Non indurite il cuore, 
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, 
dove mi tentarono i vostri padri: 
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere» .

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