IL PARROCO ED I LAICI: IL VANGELO DELLA SPERANZA

 

 

 

 

’GIORNATE’ PER DIRE IL VANGELO DELLA SPERANZA

Le responsabilità di un parroco, oggi in particolare, sono davvero pesanti.

Alle volte mi ritrovo incapace di dare risposte ad interrogativi di natura spirituale e pastorale…il pensiero si acquieta solo quando mi ricordo della parola del Signore che mi chiede di avere fiducia e di confidare in Lui. E’ Lui infatti che ha salvato il mondo. Noi tutti, preti, religiosi e laici, siamo ’operai nella sua vigna’.

Capita anche, e sempre più frequentemente, di essere raggiunti nel contesto attuale della vita comunitaria, da un senso ’critico’ che parte da un sincero desiderio di vedere le ’cose della comunità’ andare meglio. Davvero può succedere che un’esperienza, un’iniziativa, proceda con fatica, tra intoppi e ostacoli.

E’ ovvio che si desideri ’andare avanti’ cercando soluzioni alle difficoltà che si incontrano.

E non parlo di ’questioni contingenti’ anche se urgenti e importanti. Con un po’ di pazienza, con tutto il tempo che la questione richiede, si arriverà di certo a dare risposte convincenti , anche con la condivisione generosa e intelligente di tutti. Parlo invece di ’ambiti’ determinanti dell’esistenza personale e comunitaria.

Proviamo a prendere in esame i ’valori’ che la Chiesa di Cristo, proprio in queste settimane, ha ricordato ai cristiani e agli uomini di buona volontà: la vita, ad esempio, la sofferenza e la malattia, la solidarietà. Questi ’valori’ sono proposti in comunità da ’Giornate’ il cui unico scopo è quello di ricordare e di tenere vivo nei credenti, il modo cristiano di intendere la vita umana e la convivenza civile e politica.

A fronte di un acutissimo dibattito in atto nella società italiana, ad esempio, la Giornata per la vita che da decenni si celebra la prima domenica di febbraio, dà risposte precise e offre contributi concreti e chiari ai problemi legati alla vita umana, a fronte di affermazioni dominanti oggi, non di certo cristiani (con l’autorevole parola del Santo Padre e dei vescovi): ma in quale misura questa concezione dell’uomo occupa la mentalità dei credenti in Lissone.

Come si pensa il rapporto uomo e donna, da noi? Qual è l’idea di famiglia che coltivano le giovani generazioni lissonesi?

Che fare, allora?

Come incontrarsi in comunità per aiutarci a capire il messaggio cristiano che ha come destinatario ogni uomo o donna perché siano felici?

Pensiamo anche al doloroso tema della sofferenza, della malattia. Va detto che nelle famiglie lissonesi è davvero diffusa e vissuta con sacrificio anche, l’attenzione amorevole alle persone malate…

La ’Giornata mondiale del malato’ che celebreremo sabato 11 febbraio è di fatto un altro invito a riscoprire il senso e il valore della persona che vive l’esperienza della malattia. Essa è un evento che appartiene al tempo di una vita umana: quando succede genera domande, chiede condivisione, cerca sostegno pur nella coscienza che essa debba essere vissuta responsabilmente e con coraggio.

Una ’Giornata’ che mira a diffondere in comunità un appassionato amore verso il malato, dovunque viva il suo dramma, e che si traduce nel ’volontariato quotidiano’. In Lissone molti si trovano operosi in associazioni di volontariato al servizio della persona in difficoltà. E molteplici sono le espressioni associative ’umanitarie’.

Ma la domanda ’pastorale’ rimane chiara e forte: come ’stare vicino’ ai sofferenti servendoli nella disponibilità al dialogo, alla vicinanza (l’antica ’visita’ ai parenti malati), portando loro la speranza cristiana, la fiducia della fede, la serenità dell’incontro con il Signore nei sacramenti?

La domanda è semplice: un cristiano che sperimenta la sofferenza e la paura, magari nella solitudine, come può incontrare Cristo Signore? Perché, in ultima analisi, da Lui e solo da Lui viene l’ultima risposta al dolore, al ’dopo’….

Celebreremo anche la ’Giornata della solidarietà’ – domenica12 febbraio -.

E’ un invito che viene dalla Pastorale del lavoro che suggerisce alle comunità cristiane di mettere sul tappeto anche il complesso, articolato tema del ’lavoro’ alla luce della Dottrina sociale della Chiesa. Che fa allora un parroco a fronte di queste temi così urgenti e decisivi? Avverte le sue responsabilità….e chiede che in comunità non manchino testimoni di queste proposte cristiane all’uomo d’oggi.

E aiutino la comunità, con la loro presenza attiva, a dire il ’Vangelo della speranza’!

 

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