UNA CONFESSIONE E’ APRIRSI A UN FUTURO NUOVO!

 

 

Sei proprio sicuro di non aver bisogno di essere perdonato?

Ovviamente mi tocca continuare la ’piccola’ riflessione di domenica. Quella sulla differenza tra la ’colpevolezza’ come sentimento che conduce alla chiusura in se stesso, percependosi peccatore, e il pentimento che è un atto interiore che apre all’accoglienza dell’amore misericordioso di Dio, riconoscendo il proprio peccato.

Solo dal ’pentimento’ a seguito della percezione della propria debolezza (quando il senso di colpa non è stato ancora rimosso) si giunge al desiderio di ’incontrare un ’Altro’ che ti spalanchi un futuro nuovo.

La ’confessione’ è questa straordinaria esperienza di Colui al quale si riconosce questo immenso potere, quello cioè di perdonare il peccato. La confessione è ciò che segue inevitabilmente al riconoscimento della propria condizione ’limitata’, ossia alla percezione del ’limite’, alla consapevolezza di aver ’bisogno’ di un amore ’nuovo’, di un’altra possibilità di verità e di vita.. Alla ’confessione’ del peccato, atto personale maturato nell’intimità della coscienza personale, consegue la ’riconciliazione’, quella vicenda nuova dell’anima resa possibile dal ’sapersi perdonati’, dal credere che l’amore di Dio, in Cristo, ti ha interiormente guarito.

Sappiamo dalla nostra vita che tutti gli incontri che viviamo in qualche modo ci trasformano. Là dove due libertà si aprono reciprocamente l’una all’altra, là dove noi ci rendiamo disponibili, accoglienti alla disponibilità dell’altro verso di noi, c’è sempre la possibilità di riaprire un storia inattesa. Ed è in questa prospettiva che la riconciliazione traspare continuamente nel Vangelo. La vediamo dentro le numerose storie di incontri fra Gesù e le diverse persone che lo accostano: Zaccheo, Giairo, l’emoroissa, Bartimeo, Marta e Maria, la peccatrice ……

Di conseguenza, il primo atteggiamento che deve caratterizzare ogni incontro è quello di permettere all’altro di essere significativo per noi. Dio è dunque decisivo per il mio futuro, poiché al mio presente, vissuto nella consapevolezza della propria situazione di peccato, ha donato il suo perdono?

Perché allora tardiamo ad accostarci al sacramento del perdono?

Forse anche per noi la fatica di vivere l’esperienza del riconciliarci con Dio lascia intuire non solo la non comprensione del volto misericordioso di Dio Padre, ma anche l’eccessiva sicurezza che riponiamo in noi, ritenendoci spesso capaci di darci da soli il senso della vita o la risposta ai nostri bisogni più veri.

“Da soli non possiamo perdonarci, perché il perdono è la realtà gratuita di qualcuno che si piega amorosamente su noi, e con la sua presenza ci apre a prospettive nuove. . Solo l’amore di qualcuno che lentamente, con le sue attenzioni e il suo affetto, apre la nostra chiusura, può riportarci dal mutismo alla parola, dal ripiegamento su noi stessi alla fiducia, dalla disperazione alla speranza.

E proprio questa consapevolezza ci permette anche di comprendere che ci sono parole che noi dobbiamo sentirci dire e che non possiamo dirci da soli: sei salvato, sei perdonato, la tua vita è nuova. Dobbiamo riceverle queste parole, che realizzano in noi ciò che noi non possiamo pretendere di realizzare. Queste parole sono “sacramenti” perché realizzano ciò che significano, fanno ciò che esprimono. è nel lasciarci coinvolgere da queste parole, da questi segni, che la nostra vita assume una nuova identità. Ed è in questo incontro sacramentale con Cristo che tutto poi in noi comincia ad essere trasformato.”

Anche oggi il perdono ci giunge in forma umana, attraverso l’azione riconciliatrice che un altro ci offre, quale riflesso umano dell’infinito perdono di Dio: un prete di Cristo, nella Sua Chiesa!

Forse talora ci sentiamo distanti dal sacramento della riconciliazione proprio per le carenze insite nelle nostre comunità e in chi amministra il sacramento stesso, carenze che ci impediscono di cogliere la ricchezza umana del perdono di Dio.

So di aver offerto solo ’semplici ed incompleti’ spunti di riflessione su un sacramento di Cristo dove Lui rivela la sua conoscenza dell’uomo: l’ho fatto però con la speranza di aver indicato un percorso spirituale che spero possa essere seguito da molti di noi.

 

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