ALLA CHIESA DEL BORGO IL NUOVO TRITTICO MARIANO.

Giuseppe Monguzzi

Si inaugura sabato 8 dicembre, festa di Maria Immacolata, il nuovo decoro interno della chiesetta della Madonna Borgo.

 

Già da qualche anno si era provveduto alla ristrutturazione esterna e al restauro dell’affresco posto sulla parete adiacente alla via Assunta.

Mancava di mettere mano a un totale riordino della graziosa aula liturgica interna.dice il parroco, Don Pino Caimi. Si doveva intervenire sulle pareti ammalorate, procedendo a una pulitura, quasi un restauro, delle preziose greche che arredano l’interno, riprendendo anche la nicchia dove sta la bella statua lignea della Madonna con il bambino Gesù. Si è pensato allora di collocare sulle tre grandi arcate spente, altrettanti quadri (non affreschi) opera di un artista lissonese dei nostri giorni, Giuseppe Monguzzi. Quadri che raccontano, con il linguaggio pittorico del nostro tempo, la devozione a Colei che il Signore Dio scelse per essere la Madre di Dio e di ogni uomo. Così avviene nelle grandi cattedrali, dove ogni secolo, attraverso i suoi artisti, ha lasciato i segni della fede professata “.

Giuseppe Monguzzi ha donato le sue opere per onorare la memoria della sua sposa Mariella, traducendo in materia pittorica non solo verità di fede, ma anche sentimenti e vicende tragicamente umane.

“Nell’ Annunciazione – dice – ho pensato a Maria come ad una splendida giovane turbata dalle parole dell’Angelo che le annuncia la Sua Maternità . Lei non capisce, ma accetta con abbandono gli eventi che si evolvono intorno. L’Angelo nella luce dello Spirito le porge un segno che sarà lo sconvolgimento di tutta la storia dell’umanità, ma anche un segnale di salvezza.

In Maria sotto la croce, ho sentito l’opera come messaggio di speranza. Questo cielo che schiarisce e la Croce che non è più dolore ma squarcio di Luce e certezza Dopo il dolore di Maria e nostro, ecco finalmente una gioia, uno stare insieme per sempre con tutti quelli che ci hanno preceduto nella Luce. E infine l’Assunta è per me con le mani giunte, in un’accettazione totale, ha raggiunto la meta. Quello che ognuno di noi in segreto desidera. Con gli azzurri e i bianchi in un placido movimento spero di aver dato il senso di un’ infinita dolcezza.”

Giuseppe Monguzzi non è nuovo ad esperienze di pittura sacra. Opere sue sono esposte al Museo di arte Sacra di S.Gabriele, alla Galleria d’arte Sacra di Lecce, al Museo Pio XI di Desio, nella Cappella Oratorio Maschile – Lentate sul Seveso, nel Noviziato Generale Passionista al Monte Argentario, nell’Università Cattolica Sacro Cuore a Milano, presso la Fondazione M.A.S. Museo dello Splendore di Giulianova Marche, nella Cappella delle Suore Carmelitane di Civenna, alla Collezione Arte e spiritualità di Brescia.

Chi conosce i lavori di Monguzzi, ritrova l’espressività personale dell’artista in alcuni particolari del trittico: le scintille dorate che sembrano cadere dalle mani dell’angelo, il gioco di intrecci tra mani e volti delle donne sotto la croce, il cielo mosso, sfolgorante d’azzurro, nel quale l’Assunta “si staglia nitida, circonfusa da un ampio campo bianco, più aura di bizantina memoria che manto” (come scrive nella presentazione Carmela Perucchetti)

Le forme rimandano però alla semplicità della tradizione iconografica popolare, così che sono chiaramente leggibili, pur nella materia densa di colori squillanti, accostati e sovrapposti.

Grazie a questa unione, il trittico trasmette insieme passione umana e stupore di fronte al mistero che trasfigura ogni vicenda, anche la più dolorosa.

        

        

 

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