PIETRE VIVE: LETTERA PASTORALE 2009.

L’Arcivescovo ci invita a dedicare questo anno alla riflessione e alla preghiera per la santificazione sia dei sacerdoti (anno sacerdotale) che dei semplici fedeli laici (battesimo comune e scelta familiare).

La lettera “ PIETRE VIVE” inviata da S. Em. Card. D. Tettamanzi a noi fedeli ambrosiani, prende origine dal pellegrinaggio svolto in Francia a luglio.

Il titolo si rifà alla prima lettera di Pietro, che presenta Cristo quale “pietra d’angolo, scelta e preziosa”. Di qui l’auspicio dell’Arcivescovo: “Avviciniamoci a lui, pietra viva, per diventare noi pure edificio spirituale, sacerdozio santo”.

La lettera prende forma in un agile sussidio di 48 pagine (Centro Ambrosiano, euro 0,95), con illustrazioni a colori che richiamano il gusto delle miniature, ed è l’insieme di “cinque lettere dalla Francia” che offrono alcune suggestioni del viaggio, “così come – scrive l’Arcivescovo – sono entrate in dialogo con i pensieri che andavo facendo sul nuovo cammino pastorale”.

Lettera da Paray-le-Monial

È la cittadina della Borgogna famosa per il culto al Sacro Cuore. Il viaggio non poteva che partire da qui, «così come ogni iniziativa pastorale»; cioè «dall’alto: dalla contemplazione del mistero di Dio, e dal centro: dal Cuore di Cristo». È da questo cuore che “dobbiamo attingere forza» per rinnovare il volto della nostra Chiesa «nel segno della comunione-collaborazione-corresponsabilità” e nella consapevolezza che “possiamo essere strumenti di salvezza, non salvatori”.

Lettera da Nevers

Qui riposano le spoglie di Bernadette, nella cui santità si fondono la straordinarietà (le apparizioni) e l’ordinarietà nel nascondimento del monastero. Di qui l’appello alla “sobrietà pastorale” da intendere “come esortazione a riscoprire il valore della pastorale ordinaria”, e a “custodire la giusta misura nei mezzi, nei tempi e nello stile del nostro agire” senza inseguire “effetti speciali”, ma puntando sull’essenziale.

Lettera da Alençon e Lisieux

Dal fonte battesimale dove sono stati rigenerati alla vita di grazia i coniugi Martin (i genitori di Santa Teresina, da poco beatificati), l’Arcivescovo prende spunto per parlare del sacerdozio dei fedeli.
“In che senso tutti i cristiani sono sacerdoti? – si chiede -. Significa lasciare che l’amore di Dio penetri ogni respiro della nostra vita ordinaria. Non è forse questa la Messa che il Signore chiede a tutti di celebrare con gioia uscendo dalla chiesa?”.

Lettera da Vézelay

Qui sono custodite le reliquie di Santa Maria Maddalena: “ L’itinerario spirituale di Maria di Magdala, associata dalla tradizione alla peccatrice perdonata, è uno splendido esempio di conversione e di redenzio-ne”, scrive l’Arcivescovo, offrendolo come icona ai cristiani di oggi. Qui si parla di conversione pastorale, che ci chiede di “diventare una Chiesa della speranza e della gioia” e di «coltivare la qualità evangelica delle relazioni personali ». Nello stile dell’accoglienza, della gratuità e della gratitudine.

Lettera da Ars

Non poteva che essere indirizzata “Ai miei sacerdoti”, nel ricordo del ministero sacerdotale di Giovanni Maria Vianney: «Pensavo al ritorno in diocesi e mi chiedevo quale proposta offrire ai miei preti per vivere con frutto l’Anno Sacerdotale».
Qui nasce l’idea di un “anno di riposo in Dio” a livello personale e a livello comunitario, con l’auspicio che lo stile sinodale che ha pervaso l’ultimo anno la diocesi rafforzi «nei decanati e tra i preti rapporti di autentica fraternità». Non di meno va costruito «con i nostri fedeli un rapporto di vera fiducia, di collaborazione cordiale e responsabile, di formazione esigente».
A questo proposito l’Arcivescovo lancia l’iniziativa di una “Settimana di formazione di base”, da svolgersi a livello zonale, “per favorire una più intensa comunione di intenti tra chi, nella varietà dei compiti e dei servizi, condivide l’impegno della missione evangelizzatrice della Chiesa di Milano”.

PASSI DEL CAMMINO

Accanto alla lettera Pietre vive, viene proposto dall’Arcivescovo un secondo testo, composto dalla prefazione del Vicario generale monsignor Carlo Maria Redaelli, dall’omelia dell’8 settembre, dall’intervento conclusivo dell’Arcivescovo all’Assemblea sinodale del clero del 20 maggio scorso e da un nuovo testo dal titolo L’anno sacerdotale: passi del cammino.

Nel volume, destinato in particolare ai presbiteri, diaconi, consacrati e laici impegnati a vari livelli nella responsabilità e nell’azione pastorale della Diocesi, viene riproposto il legame con la Chiesa di Antiochia, l’attuali- tà del Sinodo diocesano 47°, il senso della “sobrietà pastorale”, il perché di un “anno di riposo in Dio” e della “lettera confidenziale” ai fedeli.

Poi l’Arcivescovo propone quattro adempimenti e una nota sui “cantieri aperti” in Diocesi.

Una “Carta di missione” decanale

Lo scopo è quello di «indicare, in modo sintetico, ma preciso e concreto, le scelte che il decanato deve affrontare nei prossimi mesi per attuare le indicazioni pastorali diocesane». In concreto, la Carta di missione deve partire dalla visita pastorale decanale. Non bisogna dimenticare la qualifica di “missione” data a questa “Carta”: «È la missione, e non altro, che deve comandare la scelta di ridurre certe iniziative, di lasciarne cadere altre (anche se godono di una certa tradizione), di assumerne altre».

Esercizi spirituali per il clero

L’Arcivescovo avverte l’esigenza di «un forte investimento spirituale». Di qui la proposta «di vivere l’esperienza degli esercizi spirituali sceglien do uno dei corsi proposti dalla Formazione permanente», per riscoprire «l’i dentità del presbitero in riferimento a una Chiesa della carità, della comunione, della missione».

La “regola di vita”

Dovrà porre particolare attenzione alla «concre- tezza della vita dei presbiteri e dei diaconi e cercherà di assicurare una reale fraternità decanale». L’Arcivescovo suggerisce anche alcune pos sibili iniziative: «Mensa comune; una “casa del decanato”; l’avvio di una cassa comune; ambienti per accogliere chi si avvia nel ministero o presbiteri anziani».

Settimana di formazione di base

Si tratta di un’iniziativa una tantum a livello zonale. I destinatari sono i laici impegnati come operatori pastorali e come consiglieri, ma «la proposta può essere l’occa-sione per coinvolgere anche persone “nuove” da formare e da inserire nella corresponsabilità pastorale». L’iniziativa non sostituisce le Scuole diocesane per operatori pastorali.

Cantieri aperti”

Per quanto riguarda le Comunità pastorali, l’Arcivescovo suggerisce uno slogan: «Essere più veloci nell’ipotizzare la strutturazione di tutto o di parte del decanato in una o più comunità pastorale, essere meno affrettati nel- l’attuare quanto deciso».

Per il Rito ambrosiano invita a proseguire nella conoscenza e nell’uso del nuovo Lezionario.

Devono anche continuare la riflessione a livello di decanato della Pastorale giovanile e il cantiere dell’Iniziazione cristiana, con la conferma della Pastorale pre e post battesimale.

Circa la Pastorale vocazionale l’Arcivescovo vorrebbe «avviare almeno una esperienza di comunità vocazionale residenziale, destinata ai giovani degli ultimi due anni delle superiori e del triennio universitario».

Parrocchie:

 Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes –

SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano.

LISSONE

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