Condividere e donare di Don Tiziano Vimercati – Parroco

 

“Milano non diventi un gigante con i piedi di argilla, capace di affrontare le sfide internazionali, ma lontana dalle periferie”, così ha detto Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, alla presentazione del XVI Rapporto delle povertà nella diocesi di Milano. I dati presentati sono il risultato di un’indagine che ha coinvolto 12.425 persone che hanno chiesto aiuto, e 54 Centri di ascolto Caritas.

Ci si perde un po’ leggendo la mole di dati, percentuali e confronti presentati.
Intendo evidenziare solo qualche linea di tendenza e una semplice riflessione. Dopo la lunga crisi che ci ha accompagnato per ben otto anni, sembra di intravedere qualche timido segno di miglioramento. Ci è detto in continuazione, anche in questi giorni dai nostri politici: l’economia italiana è ripartita.

Ma i poveri non saranno certamente i primi a beneficiarne, anche se qualche speranza in questo momento possiamo averla: dal prossimo anno sarà erogato il reddito di inclusione, un aiuto per le fasce più deboli e soprattutto il tentativo di accompagnare e prendersi carico di chi è in difficoltà. Il primo dato allarmante emerso dal Rapporto è l’aumento dei poveri cronici, di coloro che una volta caduti nella povertà non riescono più ad uscirne. Il secondo dato è la crescita del numero dei disoccupati da lungo tempo, senza reali prospettive per il futuro.

Estromessi dal mondo lavorativo, se non riescono a trovare un altro impiego ( e sappiamo quanto sia difficile a una certa età) in poco tempo diventano  poveri e sono costretti a chiedere aiuto, cosa molto difficile e imbarazzante per chi ha sempre in modo dignitoso vissuto del proprio lavoro.

Per quanto riguarda gli stranieri:  sono diminuiti, in percentuale, quelli che si rivolgono ai centri di ascolto (per cui è salita la percentuale degli italiani). Però c’è il grosso problema dei richiedenti asilo che hanno, dopo anni di attesa, ricevuto un rifiuto. Non più sostenuti da alcuna forma di assistenza statale, rimangono comunque sul territorio italiano e si rivolgono a chi può loro dare i beni di prima necessità.

“Milano non diventi un gigante con i piedi di argilla, capace di affrontare le sfide internazionali, ma lontana dalle periferie”: questa frase di Luciano Gualzetti mi fa pensare a tante grandi città del mondo dove convivono situazioni di estremo lusso ed estrema povertà, ricchi in modo esagerato e poveri nella più nera miseria. E’ il segno dell’incapacità a costruire città accoglienti per tutti, attente alle necessità dei più deboli, non preoccupate solo di difendere interessi e privilegi di alcuni.

Il futuro della nostra società non può essere la chiusura e la salvaguardia di ciò che siamo e abbiamo costruito ma la condivisione e il dono di ciò che siamo a chi è nella necessità. Questo è il futuro al quale non possiamo sottrarci.

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COMUNITA’ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA della CROCE
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LISSONE

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