Ve lo ripete: siate lieti di Don Tiziano Vimercati – Parroco

Parrocchia S. Maria Assunta: il Presepe 2018

Scrive l’apostolo Paolo ai cristiani filippesi, nella seconda lettura della messa di questa domenica che precede il Natale: Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti.

Il Signore è vicino!

Mi ha sempre particolarmente colpito l’invito a essere lieti che san Paolo rivolge ai filippesi, perché sente il bisogno di ripeterlo: ve lo ripeto, siate lieti. Forse l’ha fatto perché riteneva particolarmente importante l’essere lieti; o forse perché intuiva quanto sarebbe stato difficile per noi vivere in letizia. Essere lieti nel Signore è ciò che dovrebbe caratterizzare i cristiani perché sappiamo che il Signore ormai è il “Dio con noi”, il Dio che si è fatto carne e abita in mezzo agli uomini. Forti della presenza di un Dio che sentiamo vicino dovremmo gustare ogni giorno la bellezza di essere vicini a Lui e vivere dunque nella gioia.

Eppure san Paolo sente il bisogno di ripetere l’invito a essere lieti: forse perché c’è il pericolo che siano solo belle parole, che consolano, ma che non hanno fondamento; parole che rimangono in superficie a cui in realtà non diamo alcun peso; forse perché i filippesi si stavano affievolendo nella fede, non confidavano più sull’attesa dell’incontro con il Signore; forse perché ormai mettevano le loro speranze non più nel Signore Gesù ma nei beni materiali; forse perché neanche più capivano cosa vuol dire gioire nel Signore.

La storia dei filippesi è la nostra storia: ci siamo dentro anche noi che facciamo fatica a fare esperienza di un rapporto vero e sincero con Gesù, e ci accontentiamo di un rapporto formale o rituale. Noi che cerchiamo consolazione e gioia nelle cose del mondo e ci attacchiamo alle ricchezze materiali. Noi che ci teniamo di più alle gioie che il mondo ci offre che non all’essere lieti che il Signore ci offre. 

Il Natale ci ricorda una presenza che, iniziata 2000 anni fa, continua nell’oggi chiedendo di confrontarci con essa. Ne va del nostro essere cristiani.

Celebrare il Natale significa lasciar entrare Gesù nella nostra vita, chiederci in continuazione cosa farebbe Gesù al mio posto, quali scelte, quali decisioni prenderebbe, come affronterebbe i problemi che più ci dividono e ci mettono contro l’uno l’altro.

Un Gesù vivo, che opera ancora oggi, non un Gesù morto, buono solo per le liturgie, pure noiose alle volte e celebrate male; un Gesù da immaginette, da croci da appendere al collo e da baciare in modo alle volte superstizioso.

Non facciamolo morire appena nasce.

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Questo tempo chiede di vivere da protagonisti,
la vita è bella se la viviamo fino in fondo,
non lasciamo che siano altri a decidere per noi.
  (Papa Francesco )

COMUNITA’ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA della CROCE
Parrocchie:
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S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
S Giuseppe Artigiano – SS. Pietro e Paolo
LISSONE

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