Donarsi: logica eucaristica di Don Tiziano Vimercati – Parroco

Don Tiziano Vimercati – Parroco

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Di fronte a una situazione difficile le scelte che si possono compiere sono chiaramente tante, diverse, anche opposte. Dipende da quanto siamo coinvolti, dal rischio che corriamo, dalla posta in gioco, dalle capacità che pensiamo di possedere o di esserne privi. Alle volte dipende dalla generosità di non pensare solo a se stessi. Nel vangelo di oggi gli apostoli non pensano certo come Gesù. Non erano particolarmente cattivi o egoisti, gli apostoli; semplicemente erano convinti di non poter fare nulla, non avevano ancora compreso che qualcosa, magari poco, si può sempre fare.

Gesù sta parlando alle folle ormai da tante ore, si avvicina la sera e ci si accorge che tutta quella gente non ha nulla da mangiare.

Gli apostoli a Gesù: Congeda la folla perché vada nei villaggi a trovare cibo.  Gesù agli apostoli: Voi stessi date loro da mangiare.

Ecco il cambio di prospettiva, ecco la risposta diversa: di fronte al bisogno del prossimo mi metto in gioco, mi prendo cura. L’altro non mi è mai iindifferente

non è un estraneo, men che meno nemico, anche se non è del mio paese, anche se è di un’altra razza. Gesù ci rende responsabili l’uno dell’altro, ci chiede dov’è nostro fratello e la nostra risposta non dovrebbe mai essere: Non sono il custode di mio fratello (Genesi).

Questo brano fa pensare al grande dono dell’eucaristia, all’offerta che Gesù fa di se stesso: con quel gesto intendeva raggiungere ogni uomo, mettere la sua vita a disposizione di tutti, è la realtà stessa di Dio che prende dimora in noi. Quando però Gesù invita gli apostoli a dare loro stessi da mangiare ci sta chiedendo di fare come lui, di interessarci agli altri, di prendercene cura.

Ci sta chiedendo di entrare in una logica eucaristica, di vivere fino in fondo la grandezza dell’eucaristia, questo grande dono che abbiamo la fortuna di poter celebrare ogni giorno. Celebrarla, ma poi va vissuta. Scrisse il teologo valdese Paolo Ricca: Siamo stati bravi solo a trasformare il pane quotidiano in pane eucaristico. Viene l’ora, anzi è già venuta, in cui bisogna, in cui dovremo imparare a trasformare il pane eucaristico in pane quotidiano.
Chi partecipa alla messa non dovrebbe limitarsi solo a fare memoria dell’Ultima Cena, c’è anche il pane da distribuire, il miracolo della moltiplicazione dei pani da ripetere anche oggi.

C’è una folla attorno a noi, e tutti ne facciamo parte, che ha fame, sete, desiderosa di giustizia, di amore, di solidarietà. Che posso fare, verrebbe da dire, ciascuno vada dove pensa di trovare ciò che gli occorre, con tutta la mia simpatia. No, ancora una volta Gesù ci dice che il miracolo lo possiamo compiere se ciò che abbiamo, poco o tanto, lo condividiamo.

Quando celebriamo l’eucaristia, celebriamo il massimo dell’amore possibile: un Dio che per amore si fa pane, nostro indispensabile cibo.

G. de Chirico: il Consolatore

Quando celebriamo l’eucaristia intendiamo non solo dare qualcosa di noi stessi, qualcosa che possediamo, che ci appartiene; intendiamo dare noi stessi, essere il pane di cui hanno bisogno, la presenza che spezza una pesante solitudine, la parola che inizia un’amicizia, la spalla su cui si può piangere e ricevere conforto.
E questo è possibile, sicuramente.
Anzi, credo che saremo più contenti se imparassimo a vivere prendendoci cura l’uno dell’altro, se capissimo che siamo tutti poveri e bisognosi dell’aiuto di tutti e allo stesso tempo anche ricchi, perché possiamo aiutare chi ha bisogno.

Ho provato a leggere in modo diverso le notizie di questi giorni; ho cercato di scovare notizie belle, positive, dove prevale l’amore e non l’egoismo, il prendersi cura e non il pensare solo a se stessi.

Le ho trovate, più di quante pensassi.
Ma anche guardandomi attorno vedo tante persone che senza rumore alcuno compiono, ogni giorno, cose incredibili.
Non tutti sanno che incarnano la logica eucaristica.

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Signore Gesù, Tu sei il Pane vivo, Tu sei il pane di Dio, 

Tu sei il Pane disceso dal cielo, Tu sei il Pane per essere mio cibo. 
Quando mi accosto a Te nella comunione, fa’ che comprenda la profondità di questo mistero! 
Tu sei sempre pronto ad incontrarmi: fa’ che io cammini verso di Te, 
fa’ che io permetta di essere attratto da Te. 
Fa’ che ci sia sempre in me un’assoluta disponibilità, perché Tu possa
travolgermi con la forza del tuo amore, 
e da questo mondo condurmi al Padre. 
Quando vieni a me nella comunione, illuminami per capire che mi sto 
sottomettendo alla tua azione divina. 
Donami la capacità di scoprire di essere faccia a faccia con il mistero del tuo amore per me. 
Fammi comprendere la tua chiamata, quella vocazione personale,
ineffabile e misteriosa, a divenire una “cosa sola con Te e il Padre”
Radica in me la convinzione di appartenere a Te, di essere tuo possesso.
Conferma in me il tuo dono, il dono completo di Te stesso a me! 
Si, o Signore, voglio appartenere a Te, 
così da poter dire con l’apostolo Paolo: 
Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”.

COMUNITA´ PASTORALE
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE

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