57° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni : “Datevi al meglio della vita!”


Care lettrici e cari lettori,
é questo l’accorato invito di PAPA FRANCESCO, che risuona con forza nella celebrazione della 57° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni.
Un appuntamento che Domenica 3 maggio 2020, vedrà tutta la Chiesa unita in preghiera, per invocare dal buon Pastore il dono più prezioso: che la sua chiamata – come scrive il PAPA nel Messaggio per questa giornata – apra “ …brecce nel cuore di ogni fedele” e ogni uomo abbia il coraggio di scoprire e realizzare ciò che rende più bella la sua vita!

L’attuale situazione segnata dal Covid-19 ci chiama quest’anno a vivere in maniera nuova questa Giornata.
 Non ci è concesso di condividere momenti di ascolto, riflessione e preghiera, ma non per questo viene meno la possibilità di promuoverne di personali e familiari o con altre modalità per accompagnare a vivere questo appuntamento e soprattutto a fare proprio uno stile quotidiano di accompagnamento dei ragazzi e dei giovani all’ascolto del Signore.

Il tema scelto “ Datevi al meglio della vita” vuole evidenziare lo stretto legame tra vocazione e felicità. Ogni vocazione realizzata porta al compimento della persona, alla felicità; la felicità infatti corrisponde con la maturazione della vocazione di ciascuno.
Quando si parla di vita felice, spesso si immagina una vita tutta gioiosa, senza problemi, senza pensieri. Talvolta anche la vocazione, la vita cristiana, è stata annunciata così, come se la vita nuova promessa dal Vangelo introducesse “in un’altra vita” senza dolori, contraddizioni, fatiche.

Gratitudine, per la luce e l’amore di Dio
Esistono come due modi di concepire la vita sul nostro pianeta: il primo è di vederla come un incidente catastrofico per cui, dal nulla primordiale, si sarebbe casualmente susseguita una serie improbabile di eventi che avrebbe fatto sì che su un minuscolo pianeta, che ruota attorno a una stella lontanissima, perso in una galassia vastissima, sia comparsa la vita: un inconveniente da subire; il secondo è di vederla come il frutto di un desiderio che, in un miracoloso concatenarsi di fattori, congiungendo le forze cosmiche e quelle subatomiche in maniera precisissima, ha voluto che ogni cosa che esiste, esistesse così com’è: perfetta.
L’atteggiamento di gratitudine quindi, nella vita di una persona che si sente chiamata a partecipare attivamente all’agire stesso di Dio, non solo è raccomandato ma è fondante, così come lo è stato per Gesù.
Solo così il male e la sofferenza che vediamo in noi stessi e negli altri, possono essere visti non come realtà definitive, ma come occasioni per far entrare la luce e l’amore di Dio, guardando dunque il nostro bicchiere come sia mezzo vuoto che mezzo pieno.

Il Coraggio di dire “Sì”
Spesso capita di pensare che avere coraggio possa essere quella capacità di intraprendere missioni eroiche ed intraprendenti per la salvezza dell’universo, quella capacità di azione che faccia di noi abili condottieri,  come se tutto il resto della vita fosse quasi una ’’missione’’ secondariamente ordinaria.
Ma è davvero così?
Ci sentiamo spesso soli, smarriti, con moltissimi interrogativi a cui non sappiamo dare risposta.
Ma anche Gesù ebbe paura. E pregò. Nella preghiera e nel silenzio l’agitazione del cuore si placa.
Ci vuole coraggio anche a fermare il ’trambusto’’ della quotidianità. L’incessante turbinio di pensieri dove la realtà esterna assale il nostro essere interiore richiede una tregua.
Nella vita di ciascuno di noi ci sono stati molti momenti alti e bassi, molte sfide apparentemente ordinarie, invisibili, che richiedevano comunque fermezza d’intenti.
Cercavi una soluzione ma la cercavi con la vista, con gli occhi fisici. Poi abbiamo capito che c’era un altro tipo di sguardo da porre, quello di Gesù. Vedere attraverso i suoi occhi, scegliere attraverso la fede in Lui.
Affrontare ogni passo confortati dal suo esempio.
Questa disposizione d’animo diventa ciò che noi chiamiamo vocazione. Qualunque essa sia, è rispondere alla chiamata che il Signore ha posto nella ’barca del nostro cuore’’.
Il coraggio di ascoltare e poi di parlare. Di osservare e poi avanzare. Semplicemente di amare ed essere amati.

La fatica.
Ogni  vocazione comporta un impegno. Il Signore ci chiama  perché  vuole renderci  come Pietro,  capaci di “camminare sulle acque”, cioè di prendere in mano  la nostra  vita per metterla al servizio del Vangelo, nei modi  concreti  e quotidiani che Egli ci indica, e specialmente nelle diverse   forme   di   vocazione  laicale,   presbiterale   e   di   vita   consacrata.   E’ una  bella immagine  di ciò che  il Signore  opera nella  nostra  vita  e  nei  tumulti  della  storia,specialmente  quando siamo  nella tempesta:  egli  comanda  ai  venti   contrari   di  tacere,   e  le  forze   del   male,   della   paura,   della rassegnazione non  hanno  più potere su di noi.

Lode come risposta a Dio
Tutti vorremmo ricevere ogni tanto parole di lode dal coniuge, dai genitori, dai figli dal datore di lavoro, dai clienti, ecc. per la nostra dedizione nei vari ambiti.
Approvazione e ammirazione sono bisogni naturali, la cui energia può essere incanalata nel fare il bene. Anche lodare sinceramente le capacità altrui è un buon fertilizzante per il vivaio delle relazioni umane.
Oltre a queste accezioni di “lode” ne esiste un’altra, molto più profonda. Per comprenderla è necessario guardare a coloro che l’hanno vissuta, cantata e testimoniata per iscritto. Di giorno in giorno questa consapevolezza porta frutti di gratitudine “apprezzamento per un dono foriero di benefici”-, considerata un’emozione universale.
La lode è lo stile di vita conseguente, l’atteggiamento di fondo che anima la nostra vita quando sperimentiamo la gratitudine.
Allora sì che questo “canto nuovo” ( cfr Sal 149), inteso come nuovo stile di vita porta ad una vita da 10 e lode, perché gradualmente ci sentiamo amati e amiamo indipendentemente da ciò che facciamo o meritiamo, siamo grati per i doni ricevuti e diventiamo capaci di restituirli cento volte tanto.

Allora, cosa aspetti (se sei arrivato fin qui allora non ti abbiamo annoiato troppo) fai come noi: inizia anche tu a vivere le giornate con questo atteggiamento di lode: svegliati presto, loda il Signore tra le varie attività della tua routine; riscopri i Salmi, parlano davvero al cuore, il tuo, e se credi di non essere in grado di capirli non preoccuparti, affidati ad un sacerdote della Comunità Pastorale che, senza alcun dubbio, ti saprà consigliare.

Se vuoi leggere il testo integrale di PAPA FRANCESCO per questa 57° Giornata Mondiale delle Vocazioni clicca qui.
Buona lettura.

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S. Teresa Benedetta della Croce

Signore Gesù, seguire te
è far sbocciare sogni
e prendere decisioni:
è darsi al meglio della vita.
Attiraci all’incontro con te
e chiamaci a seguirti
per ricevere da te
il regalo della vocazione:
crescere, maturare
e divenire dono per gli altri.
Amen

COMUNITA´ PASTORALE
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE

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