Domenica 9 Agosto 2020: festa Liturgica di S. Teresa Benedetta della Croce.

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Care lettrice e carissimi lettori,
Oggi, Domenica 9 Agosto 2020, ricorre la Festa Liturgia di Santa Teresa Benedetta della Croce, Compatrona d’Europa e Patrona della nostra Comunità Pastorale.
Parlare di Edith Stein é certamente parlare di una santa un po’ difficile da capire, anche se ci affascina molto.
Non è certo una di quei santi di cui oggi diciamo: è uno di noi, è una santa alla nostra portata, una santa che ha saputo vivere nella quotidianità che è di tutti, ce la possiamo fare anche noi.
In realtà Suor Teresa Benedetta della Croce è stata un gigante della santità.

Edith Stein nella storia della sua vita ci porta nel vivo di questo nostro secolo tormentato, additando le speranze che esso ha acceso, ma anche le contraddizioni e i fallimenti che lo hanno segnato.
Ricordiamo che Edith Stein non viene da una famiglia cristiana essendo nata nel 1891 in una famiglia ebraica di Breslau, allora territorio tedesco.
E’ per questo motivo che in lei si esprime il tormento della ricerca e la fatica del ” pellegrinaggio “ esistenziale anche dopo essere approdata alla verità nella pace della vita contemplativa, ella dovette vivere fino in fondo il mistero della Croce.

Durante la sua giovinezza l’interesse da lei sviluppato per la filosofia, abbandonando la pratica religiosa cui pur era stata iniziata dalla madre, avrebbe fatto presagire più che un cammino di santità, una vita condotta all’insegna del puro ” razionalismo “.

Ma la grazia la aspettava proprio nei meandri del pensiero filosofico: avviatasi sulla strada della corrente fenomenologica, ella seppe cogliervi l’istanza di una realtà oggettiva che, lungi dal risolversi nel soggetto, ne precede e misura la conoscenza, e va dunque esaminata con un rigoroso sforzo di obiettività.

Occorre mettersi in ascolto di essa, cogliendola soprattutto nell’essere umano, in forza di quella capacità di ” empatia “ – parola a lei cara – che consente in certa misura di far proprio il vissuto altrui (cfr E. Stein, Il problema dell’empatia).

Santa Teresa d’Avila

Fu in questa tensione di ascolto che ella si incontrò, da una parte con le testimonianze dell’esperienza spirituale cristiana offerte da Santa Teresa d’Avila e da altri grandi mistici, dei quali divenne discepola ed emula, dall’altra con l’antica tradizione del pensiero cristiano consolidata nel tomismo.

Su questa strada ella giunse dapprima al battesimo e poi alla scelta della vita contemplativa nell’ordine carmelitano.

Tutto si svolse nel quadro di un itinerario esistenziale piuttosto movimentato, scandito, oltre che dalla ricerca interiore, anche da impegni di studio e di insegnamento, che ella svolse con ammirevole dedizione. Particolarmente apprezzabile, per i suoi tempi, fu la sua militanza a favore della promozione sociale della donna e davvero penetranti sono le pagine in cui ha esplorato la ricchezza della femminilità e la missione della donna sotto il profilo umano e religioso (cfr E. Stein, La donna. Il suo compito secondo la natura e la grazia).

Edith Stein in ogni fase della sua vita e l’incontro col cristianesimo non la portò mai a ripudiare le sue radici ebraiche, ma piuttosto gliele fece riscoprire in pienezza.
Questo tuttavia non le risparmiò l’incomprensione da parte dei suoi familiari.
Soprattutto le procurò un dolore indicibile il dissenso della madre.
In realtà, tutto il suo cammino di perfezione cristiana si svolse all’insegna non solo della solidarietà umana con il suo popolo d’origine, ma anche di una vera condivisione spirituale con la vocazione dei figli di Abramo, segnati dal mistero della chiamata e dei ” doni irrevocabili ” di Dio (cfr Rm 11, 29).

In particolare, ella fece propria la sofferenza del popolo ebraico, a mano a mano che questa si acuì in quella feroce persecuzione nazista che resta, accanto ad altre gravi espressioni del totalitarismo, una delle macchie più oscure e vergognose dell’Europa del nostro secolo.
Sentì allora che, nello sterminio sistematico degli ebrei, la Croce di Cristo veniva addossata al suo popolo e visse come personale partecipazione ad essa la sua deportazione ed esecuzione nel tristemente famoso campo di Auschwzitz-Birkenau.

Il suo grido si fonde con quello di tutte le vittime di quella immane tragedia, unito però al grido di Cristo, che assicura alla sofferenza umana una misteriosa e perenne fecondità.
Ma la sua immagine di santità resterà per sempre legata al dramma della sua morte violenta, accanto ai tanti che la subirono con lei.
E resterà come annuncio del vangelo della Croce, con cui ella si volle immedesimare nel suo stesso nome di religiosa.

Noi guardiamo oggi a Santa Teresa Benedetta della Croce riconoscendo nella sua testimonianza di vittima innocente, da una parte, l’imitazione dell’Agnello Immolato e la protesta levata contro tutte le violazioni dei diritti fondamentali della persona, dall’altra, il pegno di quel rinnovato incontro di ebrei e cristiani, che nella linea auspicata dal Concilio Vaticano II°, sta conoscendo una promettente stagione di reciproca apertura.

Dichiarare oggi, Edith Stein compatrona d’Europa e Patrona della nostra Comunità Pastorale, significa porre sull’orizzonte un vessillo di rispetto, di tolleranza, di accoglienza, che invita uomini e donne a comprendersi e ad accettarsi al di là delle diversità etniche, culturali e religiose, per formare una società veramente fraterna.

La luminosa saggezza di Edith Stein – straordinaria “pensatrice della differenza”, sorella carmelitana e martire dell’hitleriano odio razzista – speriamo aiutino tutti a riflettere e qualcuno a convertirsi: “Per i cristiani nessuno è straniero”, diceva la Santa consapevole della paternità di Dio e della nostra realtà di figli e figlie.

Tu, donna dall’intelligenza acuta, non ti sei accontentata della verità conquistata con la ragione.
Non hai chiuso il libro su Santa Teresa D’Avila, letto in una notte, quella della tua conversione, catalogandolo con spregio “una lettura superata”.
Ci stupisce la tua vita vissuta dall’ebraismo all’ateismo, e poi al Battesimo cattolico e alla consacrazione nel Carmelo.

Forse dovremmo capire che è sufficiente cambiare prospettiva per interpretare diversamente ciò che ci accade.
Forse dovremmo ricordare che i convertiti sono così, appassionati dalla scoperta di Cristo tanto da volerlo seguire con scelte radicali.
Come fu per Paolo a Damasco, per Francesco ad Assisi, per Caterina da Siena, per Chiara d’Assisi, per Agostino …

Forse, abbandonando un po’ concretezza ed interrogativi, dovremmo fare tesoro dell’insegnamento che viene da te, cara Edith perché tu ci dici, con l’esempio concreto della tua vita, che è il Signore per primo a proporsi ad ogni uomo ed ogni donna.  Sta a noi scegliere di lasciarci amare.

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S. Teresa Benedetta della Croce

Sono contenta di tutto.
Una scientia crucis si può acquistare
solo se la Croce si sente
pesare in tutta la sua pesantezza.
Di questo sono stata convinta
fin dal primo momento,
e ho detto di tutto cuore:
Ave Crux, spes unica”.

( S. Teresa Benedetta della Croce)


COMUNITA´ PASTORALE
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE

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