LETTERA APERTA DI DON PINO : ALLA – MIA GENTE-.

Oggi, nella festa della Dedicazione della nostra stupenda Prepositurale, verrà presentata ufficialmente dalle 17.30 alle 18 la ’luce’ nuova che la riempie. So che mi leggerete con attenzione. Vi scrivo con una certa ’emozione….’
Può anche darsi che ’dare luce’ nell’aula dove si ritrova la comunità cristiana per la preghiera sia

Oggi, nella festa della Dedicazione della nostra stupenda Prepositurale, verrà presentata ufficialmente dalle 17.30 alle 18 la ’luce’ nuova che la riempie. So che mi leggerete con attenzione. Vi scrivo con una certa ’emozione….’
Può anche darsi che ’dare luce’ nell’aula dove si ritrova la comunità cristiana per la preghiera sia poca cosa. E forse lo è davvero.

Vorrei però confessare con sincerità, sperando di essere credibile, che quanto è successo – la nuova luce in prepositurale – non è stato voluto per un’inutile ed estemporanea mania di grandeur o di bellezza: Anzi ….

Il pensiero, tornante, continuava a suggerirmi che bisognava che la comunità stesse nella luce per celebrare i ’misteri di Cristo’, perché i discepoli si riconoscessero l’un l’altro, per non nascondersi in un buio che davanti al Signore non ha senso. Pensavo che se Gesù è luce di vita per il mondo, si doveva ’vederlo’ luminosamente sulla mensa eucaristica, davanti alla grande pala dell’altare, avendo a lato gli altri ’segni’ della celebrazione liturgica: l’ambone dell’annuncio e la sede di chi presiede alla preghiera….

Il grande teologo tedesco Romano Guardini in visita al Duomo di Monreale nel 1929 scriveva: “Abbiamo perso –- pensando al cristianesimo nordico – un modo essenziale della partecipazione alla preghiera che è quello che si svolge guardando, ossia la capacità di vivere-nello-sguardo, di stare nella visione, di accogliere il sacro dalla forma e dall’evento, contemplando”.
Nella chiesa la comunità sta non nel buio, ma nella luce, memoria e via alla Luce vera, che è Cristo. Ogni discepolo del Signore, orante tra altri fratelli e sorelle, preso nell’azione liturgica e nel divino congegno delle immagini e delle presenze, si scopre membro della “Civitas Dei”, sa già e non ancora: uomo, anzi cittadino celeste”.

Il “gioco ne è valsa la candela”?

Sapete che questo detto ha un senso perchè una volta per giocare di sera occorreva accendere le candele. Se il gioco non valeva nulla, la spesa della candela era sprecata. Il detto è rimasto poi per indicare tutte quelle cose che non vale la pena di fare, perchè troppo costose rispetto alla effettiva utilità.

Sarà così, per la nuova luce in Prepositurale?
La spesa infatti è rilevante (richiamo quanto è stato detto qualche mese fa: oltre 100.000 euro).
Ne è valsa la pena?

Posso permettermi, ora, di chiedere a tutti il ’dono’ di un’offerta , piccola o generosa, perché ci si senta coinvolti personalmente in questa esperienza di luce?

Già alcune persone hanno dato un aiuto consistente (oltre ventimila euro). Ma spero che altri, in forme diverse (prestito, o offerta mensile o sponsorizzazione o altro) vorranno dare il loro contributo….
Ma ancora una parola che mi viene ’dal di dentro’: non potevano questi soldi essere dati ai poveri?

Mi pare che questo l’abbia detto qualcuno che però ha ricevuto una certa risposta, una sera lontana nel tempo, da Uno che di poveri se ne intendeva…. Qualcuno me lo ha anche fatto presente, e lo ringrazio….Vorrei però che fossero i nostri padri, che con il ’palancone’ hanno voluto esprimere la loro fede in Cristo e il loro grande desiderio di essere un ’popolo’ radunato dalla Parola e santificato dalla grazia , a dare una risposta.

Vorrei ricordare che la nostra comunità in questi anni non ha mai mancato di stare accanto ai poveri, quelli di casa, ed anche alle comunità cristiane sparse nel mondo (Dakar, Gerico, Sanpietroburgo, Colombia, Zamboanga, Alleppey, Gerusalemme) condividendo la loro fatica nell’essere chiesa, con un aiuto concreto che ha raggiunto i 150.000 euro!
Lo voglio ricordare per dire grazie alla nostra gente, per la loro generosità.

Vorrei ora poterlo dire se vorranno dare una mano per far fronte ai costi di un’opera così imponente nella nostra Prepositurale!

Con fiducia. Anticipando la promessa di una preghiera, per i benefattori, ogni mese

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