25 MARZO: SOLENNITA’ DELL’ ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE.

L´Annunciazione di G. Monguzzi – Santuario della Madonna del Borgo – Lissone

Il Natale, noi cristiani, lo festeggiano il 25 dicembre perché cade 9 mesi dopo il 25 marzo, data che in occidente era ritenuta dai primi cristiani quella della crocifissione. La tradizione ebraica vuole che la morte dei profeti avvenga il giorno della loro nascita o loro concepimento; se è morto il 25 marzo è stato anche concepito in tale data.

L’Annunciazione del Signore è una delle principali feste mariane che la Chiesa ha inserito nel calendario Liturgico. L’episodio è descritto nel Vangelo di Luca (1, 26-37) : l’arcangelo Gabriele annuncia a Maria, vergine, sposa di Giuseppe, il concepimento del Figlio dell’Altissimo.

Il saluto e l’annuncio dell’arcangelo “ave gratia plena Dominus tecum benedicta tu in mulieribus”  hanno dato origine alla preghiera dell’Ave Maria.

Quella di oggi non è la festa di Maria, ma una solennità molto importante, perché celebra l’annuncio dell’angelo a Maria, l’inizio dell’incarnazione, il meraviglioso incontro tra il divino e l’umano, tra il tempo e l’eternità. E´ il Signore che si incarna in Maria. E´ Dio che sceglie, come Madre del proprio Figlio, una fanciulla ebrea, a Nazaret in Galilea.

L’annuncio in Maria è un ascolto che accoglie e genera. Così realizza in se stessa il mistero della fede, accettando Dio com’è. La povertà totale, “sono la serva del Signore”, di chi rinuncia all’agire proprio per lasciare il posto a Dio, è in grado di contenere l’Assoluto. È figura di ogni uomo e di tutta la Chiesa che, nella fede, concepisce e genera l’incomprensibile: Dio stesso.

“ Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente “ (Lc 1,49) di S. EFREM SIRO

Contemplate Maria, carissimi, vedete come Gabriele è entrato da lei e alla sua obiezione: «Come è possibile?» il servo dello Spirito Santo le ha dato questa risposta: «Questo è facile per Dio; per lui tutto è semplice». Considerate come lei ha creduto alla parola udita e ha detto: «Eccomi, sono la serva del Signore».

Da allora il Signore è sceso in un modo che LUI solo conosce; si è messo in movimento ed è venuto nel modo che piaceva a lui; è entrato in lei senza che lei lo sentisse, e lei l’ha accolto senza provare nessuna sofferenza. Portava in lei, come si porta un bambino, colui che riempie il mondo. Egli è disceso per essere il modello che avrebbe rinnovato l’antica immagine di Adamo.

Per questo motivo, quando ti viene annunciata la nascita di Dio, sta’ in silenzio. Ti sia presente in mente la parola di Gabriele, perché nulla è impossibile alla gloriosa Maestà che si è abbassata per noi ed è nata dalla nostra umanità.

In quel giorno, Maria è divenuta per noi il cielo che porta Dio, poiché la Divinità sublime è discesa e ha stabilito in lei la sua dimora. In lei Dio si è fatto piccolo – pur senza diminuire la sua natura – per farci crescere. In lei, ha tessuto per noi un abito con il quale ci avrebbe salvati. In lei si sono compiute tutte le parole dei profeti e dei giusti. Da lei è sorta la luce che ha cacciato le tenebre del paganesimo.

Numerosi sono i titoli di Maria…: Lei è il palazzo nel quale ha abitato il potente Re dei re, ma egli non l’ha lasciata come era venuto, perché da lei egli ha preso carne ed è nato. Lei è il cielo nuovo nel quale ha abitato il Re dei re; in lei è sorto Cristo e da lei egli è salito per rischiarare la creazione, formata e plasmata a sua immagine. Lei è la vite della vigna che ha portato il grappolo; lei ha dato un frutto che supera la natura; e lui, benché diverso da lei per natura, ha rivestito il suo colore quando da lei è nato.

Lei è la sorgente della quale sono sgorgate le acque vive per gli assetati, e coloro che vi si dissetano portano frutto cento volte tanto.

Comunità S. TERESA BENEDETTA della CROCE.

Carmelitana, Martire, Co-patrona d’Europa.

LISSONE

Rileggo: Noi… e S. Teresa Benedetta della Croce.

 

 

S.Teresa Benedetta scrive: “Lo spettacolo del mondo in cui viviamo – le sciagure e la miseria e l’abisso della malvagità umana, – è sempre lì ad offuscare l’esultanza per la vittoria della luce. L’umanità combatte ancora con una marea di fango, ed è pur sempre un piccolo gregge che si è posto in salvo sulle cime più elevate dei monti. Non è ancora terminato il combattimento tra Cristo e l’Anticristo. In questo combattimento i seguaci di Cristo hanno il loro posto. E la prima delle loro armi è la CROCE “ In Giovanna della Croce, o.c. p. 279.

I commenti sono chiusi.