49°Giornata Mondiale della pace: VINCI L’INDIFFERENZA e CONQUISTA LA PACE

 

 

Don Tiziano Vimercati – Prevosto della Comunità

prepositurale_2016

 

Pubblichiamo alcuni passaggi del messaggio di PAPA FRANCESCO in occasione della  49° Giornata Mondiale della Pace.  
Dio non è indifferente! A Dio importa dell’umanità, Dio non l’abbandona!  All’inizio del nuovo anno, vorrei accompagnare con questo mio profondo convincimento gli auguri di abbondanti benedizioni e di pace, nel segno della speranza, per il futuro di ogni uomo e ogni donna, di ogni famiglia, popolo e nazione del mondo, come pure dei Capi di Stato e di Governo e dei Responsabili delle religioni. Non perdiamo, infatti, la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pace.

Sì, quest’ultima è dono di Dio e opera degli uomini.
La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo.                                                                                
Le guerre e le azioni terroristiche, con le loro tragiche conseguenze, i sequestri di persona, le persecuzioni per motivi etnici o religiosi, le prevaricazioni, hanno segnato dall’inizio alla fine lo scorso anno moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una “terza guerra mondiale a pezzi”. Ma alcuni avvenimenti degli anni passati e dell’anno appena trascorso mi invitano, nella prospettiva del nuovo anno, a rinnovare l’esortazione a non perdere la speranza nella capacità dell’uomo, con la grazia di Dio, di superare il male e a non abbandonarsi alla rassegnazione e all’indifferenza.    
Promuovere una cultura di solidarietà e misericordia per vincere l’indifferenza La solidarietà come virtù morale e atteggiamento sociale, frutto della conversione personale, esige un impegno da parte di una molteplicità di soggetti, che hanno responsabilità di carattere educativo e formativo.
 Il mio primo pensiero va alle famiglie, chiamate ad una missione educativa primaria ed imprescindibile. Esse costituiscono il primo luogo in cui si vivono e si trasmettono i valori dell’amore e della fraternità, della convivenza e della condivisione, dell’attenzione e della cura dell’altro. Esse sono anche l’ambito privilegiato per la trasmissione della fede, cominciando da quei primi semplici gesti di devozione che le madri insegnano ai figli. Per quanto riguarda gli educatori e i formatori che, nella scuola o nei diversi centri di aggregazione infantile e giovanile, hanno l’impegnativo compito di educare i bambini e i giovani, sono chiamati ad essere consapevoli che la loro responsabilità riguarda le dimensioni morale, spirituale e sociale della persona.
La pace: frutto di una cultura di solidarietà, misericordia e compassione
Consapevoli della minaccia di una globalizzazione dell’indifferenza, non possiamo non riconoscere che, nello scenario sopra descritto, si inseriscono anche numerose iniziative ed azioni positive che testimoniano la compassione, la misericordia e la solidarietà di cui l’uomo è capace.  ( PAPA FRANCESCO )
Durante la messa del primo dell’anno in prepositurale, in cui abbiamo pregato per chiedere il dono della pace, ho concluso la riflessione citando una storiellina che dovrebbe aiutarci ad aprire il cuore, e a non essere indifferenti di fronte alle difficoltà e alle disgrazie dei fratelli.
Si racconta di un saggio che disse:“Da trent’anni sto chiedendo perdono al Cielo per aver detto ‘Sia ringraziato Dio’. Ai suoi interlocutori stupiti replicò: ‘A Bagdad stava divampando un incendio. Un tale mi venne incontro e mi disse: la tua bottega è salva. Allora esclamai: ’Sia ringraziato Dio! Ebbene, da trent’anni mi pento di quello che ho detto, per aver considerato solo il mio bene personale in mezzo alla sciagura comune.”
All’inizio di questo nuovo anno chiediamo al Signore che spezzi la nostra indifferenza, apra il nostro cuore affinché sia capace di amore, renda acuto il nostro sguardo per vedere il volto del fratello, agili le nostre mani e veloci i nostri piedi per incontrare e aiutare chi è vicino e chi è lontano.
E invochiamo anche per noi la benedizione che il Signore, attraverso Mosè e Aronne, rivolse al popolo d’Israele:                                                                                                                           
Ti benedica il Signore e ti custodisca.                                                                                    
Il Signore faccia risplender per te il suo volto e ti faccia grazia.                                          
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti dia pace
.  

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