Il diario di P. Geremia Arosio di don Renzo Mazzola

Stupore, orrore, ammirazione nel leggere le memorie di Padre Geremia.

Il suo scritto merita di essere pubblicato anche se non so quanti lo leggeranno. L’interesse per l’attività missionaria e il numero dei missionari sono infatti in netta diminuzione. Ci si chiude in una “bolla di sapone”, come dice Papa Francesco; si erigono muri e barriere; avanza l’individualismo, il nazionalismo, la secolarizzazione. Io invece le ho lette con molto interesse e mi hanno coinvolto.

E’ stata per me una rivelazione e un’esperienza significativa. Si tratta di un racconto semplice, spontaneo, essenziale e vivace con situazioni sorprendenti, inedite e insieme terribili ma narrate con delicatezza e modestia, senza enfasi, come può venire solo da un animo grande. E’ un documento su regioni e culture molto diverse e lontane, sia per distanza che nel tempo. Un approccio fatto con intelligenza e prudenza, ma anche con umiltà e rispetto. E’ la testimonianza di un coraggio e di un’abnegazione che richiedono una fede enorme.

Affrontare così grandi pericoli, abbandonarsi all’ignoto è cosa rara, allora ma soprattutto oggi. Fare tutto questo con forza d’animo ma anche con distacco, come se si trattasse di un altro, è segno di un’offerta incondizionata e totale della propria vita. Padre Geremia non è stato l’unico tra coloro che nel secolo scorso hanno lasciato Lissone per vivere questa ammirabile vocazione e dare tutto di sé. E’ stato però uno dei pochi che ci hanno lasciato una relazione scritta. Le imprese, le sofferenze e le preghiere degli altri missionari rimangono invece nascoste nel profondo della sapienza e nel disegno di Dio, come pure nell’immenso tesoro della comunione dei santi.

La pubblicazione di queste memorie vuole dunque essere anche un omaggio a tutti i missionari e in particolare ai missionari del secolo scorso, “il secolo delle missioni”.

Essi furono numerosi, generosi, intraprendenti e audaci, espressione di una cultura e di una società sensibile e solidale. Soprattutto però furono uomini di fede. Fede nella potenza salvifica di Gesù e nell’efficacia della sua Parola. Fede nella missione universale della Chiesa, sposa di Cristo e madre affettuosa di tanti figli. Ornamento della sua veste, trapuntata di molte gemme preziose, che sono i meriti dei “santi”.

Sabato 27 ottobre, alle ore 21.00, Palazzo Terragni:
Presentazione del libro di Padre Geremia Arosio  
che raccoglie 40 anni di esperienza missionaria tra le popolazioni cinesi e brasiliane. 
Relatori:
Luciano Vaccaro – curatore
Padre Nevio Viganò
, Padre del P.I.M.E. e confratello missionario.

Scheda di Padre Geremia
P. Geremia Arosio, figlio di Giuseppe e di Giulia Resnati, nasce a Lissone (Milano) l’8 giugno 1906, ed è entrato nell’Istituto del PIME il 1 ottobre 1923. Ordinato sacerdote il 23 settembre 1933, partì per Weihwei ora Ji Xian che  si trova nel centro della Cina, nella provincia dell’Henan (Regione del Centro-Sud), il 12 ottobre 1934. Espulso nel 1947, dopo un breve soggiorno in Italia fu destinato al Brasile nel 1950.
Qui operò in diverse sedi fino al suo ritorno in Italia per malattia. Nel maggio del 1981 durante una celebrazione per la prima comunione di una sua pro-nipotina a Lissone si sentì male. Trasportarlo urgentemente all’ospedale di Desio, dove dopo una lenta agonia, morì. Era il 18 maggio 1981.

Le spoglie di Padre Geremia si trovano nel cimitero di Lissone.

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