Mercoledì 1° giugno 2022- Ancora Guerra in Europa: racconti dall’Ucraina e riflessione sulle parole di pace di PAPA FRANCESCO.


Una serata con i racconti che arrivano dall’Ucraina, per capire meglio cosa sta accadendo e per meditare sulla pace invocata più volte da PAPA FRANCESCO.

Un cordiale saluto a tutti voi, carissimi lettori e lettrici!

L’evento: “Ancora guerra in Europa – Racconti dall’Ucraina e riflessione sulle parole di pace di Papa Francesco“, organizzato dalla Comunità Pastorale S. Teresa Benedetta della Croce e dalle associazioni A. Galimberti, Athena e Circolo Culturale Don Bernasconi,  si svolgerà mercoledì alle ore 21.00 in Casa Canonica – Sala Maggiore – piazza San Giovanni XXIII°.

A parlarne saranno Monsignor Francesco Braschi, dottore della Biblioteca Ambrosiana, e Alex Sigov, filosofo ucraino.


PAPA FRANCESCO chiede una “tregua” in Ucraina, “per arrivare alla pace con un vero negoziato”.
ll Patriarca Kirill invita i fedeli ad unirsi per combattere i “nemici interni ed esterni di Mosca”.
Sulla guerra e soprattutto sulla pace, la visione di FRANCESCO e quella del vertice della chiesa ortodossa russa restano agli antipodi.
PAPA FRANCESCO esprime dolore perché “…Cristo è ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli, nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio, negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i fratelli”.
Kirill, stretto amico di Putin, a capo di una chiesa che conta 150 milioni di seguaci, invita i fedeli a pregare perché “…in questo periodo difficile per la nostra patria, possa il Signore aiutare ognuno di noi a unirci, anche attorno al potere, così che emergerà la vera solidarietà nel nostro popolo, la capacità di respingere i nemici esterni e interni e di costruire una vita con più bene, verità e amore”.La follia della guerra

Coloro che scatenano “la follia della guerra” sono i nuovi “crocifissori di Cristo”.
Non potrebbe essere più severo l’anatema pronunciato dal SOMMO PONTEFICE durante la sua prima celebrazione con i fedeli in Piazza San Pietro, a due anni dall’inizio della pandemia.
Una condanna alla quale aggiunge un forte appello: quello per una “tregua” in cui “si ripongano le armi” per “arrivare alla pace attraverso un vero negoziato”.
Il PAPA proclama: “Si ripongano le armi, ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no! Una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?”.

La guerra tra Russia ed Ucraina è un fatto tragico di cui i due attori protagonisti portano l’enorme responsabilità.
L’Occidente non ha però il compito di alimentare il fuoco ma di sedarlo e questo nell’interesse stesso dell’Ucraina. È a questo livello che va portata la riflessione e non sulla inutile disputa su guerra o non guerra.

Gran parte della discussione su pace e guerra, su putiniani o antiputiniani, che occupa lo spazio dei media nel nostro Paese appare stucchevole, inutile, ideologico. Il punto non riguarda infatti il diritto dell’Ucraina a resistere o quello di procurarsi armi di fronte all’invasione russa, ma quello di come arrivare alla pace.

Oggi è tanto difficile pensare con la logica della pace.
Ci siamo abituati a pensare con la logica della guerra. Da qui comincia a soffiare il vento gelido della guerra, che anche stavolta è stato alimentato negli anni.
Sì, la guerra si è preparata da tempo con grandi investimenti e commerci di armi.
Ed è triste, per noi nati dopo il termine della Seconda guerra mondiale, vedere come l’entusiasmo per la pace si sia negli ultimi decenni affievolito, così come il cammino della comunità internazionale, con pochi potenti che vanno avanti per conto proprio, alla ricerca di spazi e zone d’influenza.

L’entusiasmo per la pace ha ceduto il posto all’entusiasmo per la guerra. 

Non si tratta di un rilievo marginale.
La preoccupazione degli intellettuali cattolici di giustificare la guerra è, da questo punto di vista, significativa. L’Occidente non ha però il compito di alimentare il fuoco ma di sedarlo e questo nell’interesse stesso dell’Ucraina. È a questo livello che va portata la riflessione e non sulla inutile disputa su guerra o non guerra. 

Se questa è la prospettiva, se gli interessi tra gli americani e gli europei non necessariamente coincidono, se Biden spinge per la continuazione della guerra e l’Europa ha tutto l’interesse ad arrivare alla pace, allora evocare continuamente lo spettro di Monaco e dipingere Putin come un novello Hitler non aiuta.

Così non serve, e di questo ce ne daranno testimonianza e ne discuteremo con Mons. F. Braschi e il filoso ucraino Alex Sigov
,  mercoledì 1 giugno 2022, nella Sala Maggiore in Casa CanonicaPzza San Giovanni XXIII°.

La democrazia deve perseguire la pace e la forza deve essere commisurata a questo fine. Perciò in un momento il realismo richiesto non è quello che mira a ridisegnare la geografia politica del mondo bensì quello che, dentro la tragedia del presente, sfrutta ogni spiraglio possibile per arrivare alla pace.

Questo è quello che desidera e chiede con insistenza PAPA FRANCESCO, il vero realista.


Visto il tema trattato nell’evento, noi vi aspettiamo…
Ingresso libero.


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