DALLA CROCE UNA SIGNORIA DI MISERICORDIA E UNA PROPOSTA DI VITA

E’ la solennità della regalità di Cristo

E’ una domenica ’diversa’ quella che stiamo vivendo. Termina oggi infatti l’anno della Chiesa, l’anno liturgico. E i cr

E’ la solennità della regalità di Cristo

E’ una domenica ’diversa’ quella che stiamo vivendo. Termina oggi infatti l’anno della Chiesa, l’anno liturgico. E i cristiani guardano al loro Signore e alla sua signoria sull’umanità scaturita dalla Croce (“Regnavit a ligno Deus”). E’ il giorno della ’riconosciuta’ regalità di Gesù Cristo. Domenica prossima infatti comincerà il bellissimo tempo di Avvento che ci porterà a gioire nella memoria della nascita di Gesù, il ’famoso Natale’.

Molti i pensieri che affollano l’animo dei credenti davanti a quel ’Crocifisso’, regale segno di un amore incomprensibile e totale.

Raccolgo qui alcune espressioni di Giovanni Paolo II° perché sono rivolte soprattutto ai laici impegnati, a quelli cioè che hanno accolto l’invito a condividere la passione per l’uomo e la Chiesa.

Il testo del Vangelo di san Luca relativo alla crocifissione di Gesù ci riporta col pensiero alla scena altamente drammatica che si svolge nel “luogo detto Calvario” (Lc 23,33) e ci presenta, intorno a Gesù crocifisso, tre gruppi di persone che variamente discutono della sua “figura” e della sua “fine”.

Chi è, in realtà, colui che sta lì crocifisso?

Mentre la gente comune ed anonima resta piuttosto incerta e si limita a guardare, “i capi invece lo schernivano, dicendo: Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto”.

Come si vede, la loro arma è l’ironia negatrice e demolitrice.

Ma anche i soldati – il secondo gruppo – lo deridevano e, quasi in tono di provocazione e di sfida, gli dicevano: “Se tu sei il re dei giudei, salva te stesso”, prendendo forse lo spunto dalle parole stesse della scritta, che vedevano posta sopra il suo capo. C’erano, poi, i due malfattori in contrasto tra loro nel giudicare il compagno di pena: mentre uno lo bestemmiava, raccogliendo e ripetendo le espressioni sprezzanti dei soldati e dei capi, l’altro dichiarava apertamente che Gesù “non aveva fatto nulla di male” e, rivolgendosi a lui, così l’implorava: “Signore, ricordati di me, quando sarai nel tuo regno”.

Ecco come, nel momento culminante della crocifissione, proprio quando la vita del profeta di Nazaret sta per essere soppressa, noi possiamo raccogliere, sia pure nel vivo di discussioni e contraddizioni, queste arcane allusioni al RE ed al regno ….

Rivolgendosi poi ai laici presenti, il grande Papa aggiungeva: “Voi avete già visto il Cristo redentore e re, vi siete con lui incontrati nella realtà della sua presenza umana e divina, storica e trascendente, siete entrati in comunicazione con lui, con la sua grazia, con la verità e con la salvezza da lui portate, ed ora, in base a questa forte esperienza, intendete annunciarlo, alle persone, alle famiglie, alle comunità che in essa vivono.

È questo un grande compito, un alto onore, un dono ineffabile: servire Cristo re ed impegnare tempo, fatica, intelligenza e fervore per farlo conoscere, amare, seguire, nella certezza che solo in Cristo – via, verità e vita (Gv 14,6) – la società e il singolo potranno trovare il vero significato dell’esistenza. Conosco bene le gravi difficoltà che si trovano nella società moderna. Nonostante certe situazioni complicate e a volte ostili, io vi esorto a non perdervi mai d’animo. Coraggio! Lavorate con zelo portando dappertutto l’entusiasmo della vostra fede e del vostro amore per un servizio puntuale e fedele a Cristo Signore. Così sia.”

Faccio mie queste stupende esortazioni di Giovanni Paolo II.

In questo speciale giorno ognuno di noi, rinnovando la sua fede nel Signore Gesù, riprenda coraggio e forza per lavorare nella Chiesa di Lissone sapendo che consegniamo, nel nome del Signore Gesù, “il codice dei valori autentici, la giusta linea morale, la necessaria forza nelle avversità, la luce e la speranza per la loro vita e la loro convivenza“.

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