La dimensione spirituale della vita – Don Tiziano Vimercati – Parroco.

Don Tiziano Vimercati – Parroco

C’è una frase nel brano del profeta Isaia, nella liturgia di oggi, piuttosto curiosa: Ascoltatemi, voi che siete in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore; guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti.
E’ un invito a chiederci da dove veniamo, qual è la nostra origine, chi ci ha plasmati e ci ha dato la vita.

– Non veniamo dal nulla, qualcuno ha pensato a noi.  
 La bibbia dice con chiarezza che al principio di tutto c’è Dio, origine e fonte di tutto ciò che esiste, e che addirittura l’ultima creatura, l’uomo, è immagine e somiglianza di Dio.
Questo fa dell’uomo una creatura voluta e amata, ricolma di dignità e importanza, al punto che un’offesa fatta all’uomo è offesa anche a Dio.
 – La vita dell’uomo è un miracolo. 
Dio sa far nascere la vita anche dalla roccia, e la sa estrarre anche da una cava. Isacco è dono di Dio: Sara, moglie di Abramo era sterile, eppure diventa madre, il suo ventre sterile, segno di morte, diventa fonte di vita. Il Signore ha compiuto il miracolo: dove non c’era speranza, è germogliata la vita e ha rallegrato il cuore dell’uomo, riempiendolo di stupore. 

 – La vita dell’uomo è ricordare e contemplare. 
Ricordare che il Signore “lo trovò in terra deserta, in una landa di ululati solitari.
Lo circondò, lo allevò, lo custodì come pupilla del suo occhio. Come un’aquila che veglia la sua nidiata, che vola sopra i suoi nati, egli spiegò le ali e lo prese,
lo sollevò sulle sue ali”:
è ciò che ha fatto il Signore con il suo popolo, un Padre che accudisce, protegge e accompagna il figlio nelle vicissitudini della vita.
E poi contemplare: Guardate ad Abramo, vostro padre, a Sara che vi ha partorito; poiché io chiamai lui solo, lo benedissi e lo moltiplicai.   
La bibbia ci insegna a fare “memoria”, che è ricordare ciò che il Signore ha fatto nel passato per riviverlo oggi, per accorgerci che continua la sua opera e il suo amore per noi.  

                                                                         

La vita del cristiano si svolge sotto lo sguardo di Dio.
E’ una questione di fede: non siamo soli nel cammino della vita.
E’ un cammino, la vita, che possiamo compiere in compagnia. Credere significa non essere soli ma sperimentare e godere della presenza di Dio, anche se spesso è una presenza solo cercata, desiderata, faticosa, qualche volta anche oscura: come la cerva anela ai corsi d’acqua, così la mia anima anela a te, o Dio (salmo 41).     Ma è pur sempre presenza, che dà senso alla vita e gioia interiore.
 Il cristiano volge lo sguardo verso il volto di Dio…  
…cercando di incrociare il suo sguardo per sentirsi di nuovo amato: L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?


 Il cardinal Martini, al suo arrivo a Milano, diede come titolo della prima lettera pastorale: “La dimensione contemplativa della vita”. Ha voluto ricordare, a noi milanesi, la necessità di fermarci a contemplare il volto di Dio, la capacità di stare in silenzio per ascoltare la sua voce. La vita spirituale non è un di più, un lusso riservato a poche anime elette, e quindi, tutto sommato, un lusso di cui si può fare a meno.
E’ un modo di vivere che ci ricorda da che roccia siamo stati tagliati, da che cava estratti. Ridursi solo ai valori materiali ci porta a dimenticare ciò che siamo, la nostra alta dignità e importanza.
Credo che dobbiamo ricordarcene, soprattutto in questo tempo così difficile della pandemia, dove sembra che i valori spirituali (in realtà anche quelli culturali) facciano fatica a trovate posto.

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S. Teresa Benedetta della Croce

Il nostro prossimo è sempre colui che
abbiamo davanti in questo momento
e che ha bisogno di noi,
indipendentemente che
ci sia simpatico o meno,
se è moralmente degno o no.
( S. Teresa Benedetta della Croce)



COMUNITA´ PASTORALE
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
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LISSONE



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