Dalla Thailandia ci scrive Padre Alessio Crippa.

Padre Alessio Crippa


 Carissimi tutti,

Tempo di pandemia, tempo di alluvioni e di emergenze inaspettate… tempo che è ancora una volta una chiamata a ripartire con uno slancio rinnovato.
La fede non ci può lasciare tranquilli o smarriti…
Tre settimane fa, mentre cercavo di mettere in salvo le cose che tenevamo nel sottoscala per paura che l’alluvione portasse via tutto quanto dovevamo distribuire alla gente (cosa che poi è avvenuta in maniera veloce, dopo qualche ora) non avrei pensato di sentirvi cosi vicini… non posso che ringraziarvi per la vostra amicizia.

Coi ragazzi che abbiamo cominciato a seguire da ormai un anno e mezzo, abbiamo lavorato per due settimane e mezza per cercare di ripulire casa nostra, ove l’acqua è arrivata fino quasi a raggiungere il tetto, lasciando tutto a mollo e infangato…

L’alluvione ha colto tutti di sorpresa perché l’acqua è scesa impetuosa dalle montagne. Di fronte all’improvvisa corrente di acqua io sono poi scappato via coi ragazzi per metterli al sicuro e salvare macchina e motorino…  Le settimane successive la gente però ha mostrato un grande spirito di comunità, riunendosi per pulire e aiutarsi. La triste conseguenza di questo mobilitarsi è stata però una impennata di casi di Covid in tutti i villaggi, perfino i più lontani.

In questo momento mi vien spesso da pensare che la vita missionaria è un po’ sempre anche un rischio (pur ragionato, fatto attenta valutazione delle possibili conseguenze…ma sempre un rischio). Direi che l’amore è un rischio, un bel rischio che dà gusto e sapore alla vita: o me lo prendo o me ne sto comodo.

A me piace molto questa vita: anche nei momenti difficili mi sembra di vedere come tanta gente ci si stringe attorno e ci vuol bene, ci incoraggia e ci spinge ad andare avanti.

C’è una solidarietà che salta le barriere e tende la mano… con un comune desiderio di bene. Tante volte anche qui la gente (prevalentemente buddhista o “animista” – riti tradizionali tribali-) vede quello che proviamo a mettere in piedi per i ragazzi e allora qualcuno viene inaspettatamente a portare del riso, della frutta, dei dolci.

Mi sembra di poter dire di “avere degli amici” dopo un anno e mezzo che sono qui.
E mi sembra che “amicizia” sia il nome della missione: è infatti lo stesso Gesù ci ha chiamati amici. L’amicizia mi fa conoscere la persona, con tutta la sua bellezza e diversità, l’amicizia mi fa sentire parte, “di parte”, mai “a parte” isolato, solo, indifferente, chiuso nei castelli dorati!
L’amicizia fa passare le cose belle e tra esse la cosa più bella è il Vangelo, l’amore di Dio per noi.

Nella confidenza, nel silenzio, nel lavoro fianco a fianco, nella preoccupazione, nel condividere gioie e sofferenze, nel cercare idee, essere creativi, l’amicizia apre nuove strade impreviste capaci di arginare le alluvioni della vita, le inondazioni impreviste, le emergenze irrisolvibili.
L’amicizia che Dio mi dona ogni giorno col suo sguardo buono mi sospinge ad accogliere, osare, rischiare, buttarmici dentro… Carissimi, ora stiamo tutti benissimo e stiamo pian piano ripartendo con le normali attività, covid permettendo.
Vi assicuro da parte nostra e dei ragazzi che sono con noi il nostro ricordo nella preghiera.
Un abbraccio e un arrivederci!
Coraggio per tutto… Ciaooo.

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Il nostro amore
verso il prossimo
è la misura
del nostro amore a Dio.
S. Teresa Benedetta della Croce

COMUNITA’ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA della CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
S Giuseppe Artigiano – SS. Pietro e Paolo
LISSONE

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