Dalle Scuole dell’Infanzia:  L’arte di camminare nel mondo.


Diverse ricerche italiane ci testimoniano come sia “urgente” mettere a fuoco la decrescente percentuale di autonomia dei bambini (8% al Nord, 30% al Sud), che dà luogo a derive di grosso rischio nello scenario sociale collettivo che meritano un’attenta riflessione.

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Lo sviluppo delle capacità e delle abilità dei bambini e, di conseguenza, dell’autonomia è connesso ai ritmi evolutivi di ogni singolo bambino e bambina.

Tali ritmi, seppur dettati anche da condizioni e predisposizioni innate, sono fortemente influenzati dalla qualità degli stimoli e delle opportunità esperienziali che vengono garantite ai bambini.

Incentivare lo sviluppo dell’autonomia significa, come adulti, avere fiducia nelle bambine e nei bambini, infondergli quel senso di sicurezza che li fa sentire “capaci” di sperimentarsi, provare, per tentativi, cimentandosi nelle pratiche come attori del “fare” quotidiano.

Questa premessa si traduce nel fare un passo indietro come adulti, facendo spazio ai bambini, anche quando per praticità si è portati a sostituirci a loro (lavandoli, vestendoli, imboccandoli, portandoli in giro in braccio…) per ridurre i tempi o per istinto di protezione.

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Se desideriamo, al contrario, rispettare il diritto di apprendimento e di crescita dei bambini, possiamo impegnarci quotidianamente come adulti per sostenere i processi di crescita con qualche semplice ma indispensabile attenzione:
lasciare che provino a vestirsi da soli (togliersi le scarpe, il cappello… vestiti e allacciature); muoversi nello spazio per prendere oggetti (alla sua altezza o raggiungibili in sicurezza); fare le scale (da seduti, all’indietro, un passo alla volta, con il genitore accanto…); apparecchiare la tavola (ogni sedia un piatto, ogni piatto un bicchiere….);
porzionarsi in autonomia il cibo (uso di pinze, cucchiai, mestoli…) e mangiare da solo;
versarsi l’acqua con l’ausilio di piccole brocche (con poca acqua);
dedicarsi a piccoli compiti domestici (riporre il pigiama al proprio posto, le ciabatte…);
lavarsi mani, denti (…) da solo;
utilizzare scope e rastrelli (strumenti che preparano alla scrittura coinvolgendo tutta la muscolatura del braccio);
riordinare materiali e giochi (apprendendo che c’è uno spazio per ogni cosa);
camminare dentro e fuori casa (alcune ricerche suggeriscono 1 km per ogni anno di età).

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Il consiglio è di offrire al bambino opportunità che rispondano sempre al suo interesse e, soprattutto, al grado del suo sviluppo motorio (richieste che si allontanano troppo dal suo livello di competenza non sostengono lo sviluppo ma provocano solo senso di fallimento e frustrazione).

L’adulto, in questa scena di “avvio alle autonomie” non deve scomparire quanto, piuttosto, essere una presenza rassicurante (non invasiva) al quale il bambino può rivolgersi in caso di difficoltà o per ricercare anche solo uno sguardo di sostegno.
Quando i bambini e le bambine frequentano servizi educativi (dal nido alla scuola dell’infanzia) che sostengono tali pratiche, il continuum delle stesse fra casa e scuola genera un’armonia nello stile educativo che accompagna il bambino a sperimentare buone pratiche e acquisire con gradualità, sicurezza e serenità le autonomie che lo accompagneranno nella vita.

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COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
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S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano

SS. Giuseppe e Antonio Maria Zaccaria
LISSONE

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