Conoscere e amare – Don Tiziano Vimercati – Parroco.

Don Tiziano Vimercati – Parroco

Nel Vangelo che oggi la liturgia ci propone (Gv 10,11-18), più volte Gesù dice: le mie pecore.
Due cose ci possono dar fastidio in questa espressione di Gesù: essere considerato una pecora, e appartenere a un altro.
L’uomo desidera la libertà e non è molto disposto a perderla.
Tranne rendersi inconsapevolmente schiavo di qualche moda, di qualche santone di passaggio, di illusioni che promettono e non mantengono.

Può non piacerci l’immagine di Gesù buon pastore e nello stesso tempo però accettiamo altri pastori che svuotano di contenuto la libertà, pastori a cui apparteniamo davvero come sudditi.
Troppi desideri, troppe mete, troppe cose da possedere ci procurano ansia, assorbono il nostro tempo e le energie migliori.
Di solito sono cose di poco valore, di cui si potrebbe anche fare a meno, ma che si impossessano della nostra vita.
E che ci ingannano perché è come se ci avvolgessero nella nebbia non permettendoci di vedere ciò che invece conta davvero.
Perché di Gesù non possiamo dire che è un pastore che ci inganna, che non rispetta la libertà e ci considera sue proprietà?

Noi siamo sue pecore perché ci ama, ha un grande affetto verso ogni uomo o donna.
Ci tiene a noi e dunque è l’amore che segna il rapporto che Lui vuole avere con noi.
Questo amore ha due caratteristiche: è segnato dalla conoscenza e si offre.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me: non gli siamo estranei, sa che esistiamo, conosce il nostro nome e sa quanti capelli abbiamo sulla testa.
Credo sia triste sentirsi soli, pensare che nessuno ci conosca, si interessi a noi, che possiamo anche morire e nessuno si accorgerà e neanche una lacrima sarà versata.

E magari pensare che pure gli occhi di Dio, ammesso che esista, non ci guardino, come se fossimo privi di qualsiasi interesse, quando invece ci conosce e ci ama dello stesso amore che lo lega al Figlio e allo Spirito Santo.
E poi è un amore che si offre: il buon Pastore dà la propria vita per le pecore.
Gesù è il pastore che non tosa le pecore, non le sfrutta, le protegge e non chiede loro la vita: è Lui che dona la sua e lo fa semplicemente perché siamo importanti, figli di Dio, fratelli suoi.
Le immagini del buon pastore, delle pecore, dei lupi che insidiano il gregge, sono lontane dalla nostra sensibilità e non esprimono la realtà in cui viviamo.

Eppure questa pagina di vangelo rimane attuale se interpretiamo in modo corretto il messaggio che rimane sempre vero: il Signore Gesù ci conosce e ci ama ed è pronto a tutto per salvarci, per metterci al riparo e per difenderci dai cattivi pastori che ci privano della libertà e anche della vita.

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COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
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SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano

SS. Giuseppe e Antonio Maria Zaccaria
LISSONE

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